I ghiacciai di Islanda e Groenlandia si stanno sciogliendo
Un piccolo villaggio ha rischiato di scomparire a causa di un grosso iceberg
Questo articolo l'ho scritto in Islanda, quando mi trovavo sul ghiacciaio più grande d'Europa, il Vatnajokull, il secondo al mondo dopo il Perito Moreno (escludendo Artide e Antartide). Lì, da diversi anni, il turismo naturalistico è diventato una grande fonte di reddito per gli abitanti, orgogliosi delle proprie ricchezze ambientali.
Ma anche in questo luogo incantato ci si accorge di come i cambiamenti climatici stiano trasformando il nostro pianeta. Negli ultimi vent'anni questo ghiacciaio ha subito un'ingente riduzione: in diversi punti sembra di vedere grandi letti vuoti perché il ghiaccio, che per milioni di anni li ha riempiti, oggi non c'è più. È vero che se ne parla, ma sempre troppo poco, a meno che a pagare concretamente il prezzo di questi scioglimenti non siano esseri umani.
Questa estate un iceberg gigantesco è arrivato davanti al piccolo villaggio di Innaarsuit, sulle coste occidentali della Groenlandia. Per la prima volta nella storia i suoi 169 abitanti hanno dovuto prendere atto di un grande pericolo: in caso di rottura, la caduta di grandi blocchi di ghiaccio in acqua avrebbe creato uno tsunami che avrebbe inondato il paese.
Ne hanno parlato i giornali di tutto il mondo perché sono state coinvolte direttamente vite umane. Il problema è che vite umane vengono coinvolte ogni giorno senza che nessuno se ne renda conto davvero. Per questo parliamo di un pericolo molto grave: un nemico che non si vede dovrebbe far molta più paura, ma ancora non l'abbiamo capito.
Questo articolo è stato pubblicato su Famiglia Cristiana