Giraffa uccisa per divertimento
In Sudamerica una donna ha ucciso l'animale postando sui social la foto come trofeo
Recentemente ha fatto il giro del mondo la foto di una donna americana che in Sudafrica ha ucciso una giraffa nera.
Ancora una volta rimango senza parole non tanto per la singola azione – purtroppo ogni giorno la caccia grossa miete le sue vittime legalmente – quanto perché non capirò mai come si possa gioire del privare della vita un altro essere vivente, protetto o meno che sia. Non ci basta aver costretto la maggior parte degli animali selvatici in spazi ristretti, considerandoli addirittura elementi di conquista. No, a molti non basta.
C'è chi replica che non c'è differenza fra la caccia e gli animali uccisi per l'alimentazione negli allevamenti. Credo che sia un paragone sbagliato. Molte volte mi sono espressa contro gli allevamenti intensivi, ma paragonare l'alimentazione a base di carne, ritenuta per secoli indispensabile fino a che non si è capito che si può essere benissimo vegetariani, a un'uccisione per divertimento non lo trovo accettabile.
Credo che la nostra presenza sulla Terra dovrebbe essere finalizzata alla difesa della vita, un dono prezioso che tutti abbiamo ricevuto e del quale troppo spesso ci dimentichiamo, e non alla sua conquista sotto forma di trofei.
Teste di leoni, giraffe, pellicce di leopardi o zanne d'elefante forse non avranno lo stesso valore per la legge ma per me sono un simbolo di dolore che non vorrei dover mai vedere e che ritengo non faccia onore a chi, dotato di maggiore intelligenza, dovrebbe essere un oculato tutore di chi non ha più modo di difendersi.
Questo articolo è stato pubblicato su Famiglia Cristiana