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Morire di plastica

Poco tempo fa è successo a un capodoglio, ritrovato morto in una spiaggia spagnola

09 maggio 2018
| di Licia Colò
Morire di plastica

Poco tempo fa in Spagna, nella zona di Murcia, è stato ritrovato un capodoglio morto. L'autopsia ha rivelato che il povero animale aveva nello stomaco 29 chili di plastica. Addirittura gli hanno trovato un bidone integro.

 

Si tratta dell'ennesimo “plasticidio” nei confronti di tanti esseri viventi che quotidianamente si scontrano con una sostanza a loro sconosciuta e per questo letale. L'enorme quantità di plastica ingerita in questo caso ha fatto sì che se ne parlasse molto sui quotidiani ma purtroppo non è una novità. Nel mio lavoro in 30 anni ho denunciato tantissimi episodi del genere che coinvolgono ogni anno non solo mammiferi imponenti come i capodogli ma milioni fra pesci e uccelli, anche nei luoghi del mondo apparentemente meno contaminati. Moltissimi delfini muoiono a causa dei sacchetti di plastica che ai loro occhi sembrano le meduse di cui vanno ghiotti.

 

È giusto parlarne ogni giorno perché, andando avanti di questo passo, nel 2050 negli oceani ci saranno più detriti di plastica che pesci. Non c'è più tempo da perdere, bisogna prendere esempio dai Paesi che hanno fatto scelte drastiche. In Inghilterra la lotta alle buste di plastica ha portato alla loro diminuzione del 30% nelle acque circostanti il Paese.

 

Non ci dobbiamo preoccupare del costo di un sacchetto, dobbiamo invece fare il possibile per non produrne più e impegnarci nel riciclo o nell'utilizzo di alternative. La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij, ma la bellezza ha bisogno di essere tutelata da tutti noi.

 

 

Questo articolo è stato pubblicato su Famiglia Cristiana

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