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Arriva il piano per la scuola a misura di bio

Ad Expo, convegno internazionale "il contributo della bioagricoltura all'istruzione e alla formazione professionale", apre la festa del bio.

Arriva il piano per la scuola a misura di bio

Almeno due corsi universitari specifici sull’agricoltura biologica e biodinamica, educazione alimentare nelle scuole, orti scolastici, mense biologiche in tutti gli istituti italiani. Sono queste alcune – fra le molte – proposte che arrivano dagli esperti del settore per ripensare in chiave bio il mondo della formazione scolastica, universitaria e professionale. Un approccio innovativo che da una parte integra le abitudini alimentari alla formazione scolastica degli individui e dall’altra mira a creare competenze e occupazione specializzata in uno dei settori trainanti per il futuro dell’agricoltura italiana di qualità. La proposta – un vero e proprio Piano nazionale – viene presentata oggi al viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero nel convegno internazionale “Il contributo della Bioagricoltura all’istruzione e alla formazione professionale”, che si è tenuto all’Expo di Milano al Teatro della Terra, promosso dall’Associazione Agricoltura Biodinamica assieme al Forum del Bio in Expo “Il biologico nutrirà il pianeta”, nell’apertura  della giornata dedicata alla Festa del Bio.

“L’agricoltura biologica e biodinamica italiana”, spiega Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione Agricoltura Biodinamica e rappresentante del Forum, “è senza dubbio un’eccellenza al livello mondiale e può a pieno titolo, nella sua accezione più complessiva, rappresentare una chiave di rinnovamento sociale. In questa visione, la formazione non è pensata per essere indirizzata solo a professioni strettamente agricole. Di fatto, il Piano fa riferimento al ruolo multifunzionale dell’agricoltura e quindi contempla sia la formazione per i tecnici, che per gli esperti di accoglienza e turismo, alimentazione, valorizzazione del patrimonio rurale e culturale, gestione del territorio, impatto ambientale, interventi sociali in agricoltura. Inoltre il settore può lavorare a un progetto ambizioso per scrivere le modalità di formazione in agricoltura dei prossimi anni, a partire dal biologico e biodinamico e assumendosi una responsabilità sociale per il paese”.

Tra le proposte di interventi operativi per mettere in atto questa nuova riforma si va dalle buone pratiche orientate alla promozione del biologico negli ambienti scolastici, come l’educazione alimentare, le mense biologiche in tutte le scuole e la partecipazione delle classi alla realizzazione di orti e giardini nelle scuole. O ancora l’istituzione di percorsi di istruzione secondaria di secondo grado per tecnici e professionali agrari. Per quanto riguarda il mondo universitario occorre istituire almeno due corsi di laurea in Italia dedicati all’agricoltura biologica e biodinamica. Inoltre i corsi di laurea già esistenti in Agraria dovrebbero tutti avere almeno una cattedra in bioagricoltura e integrare gli insegnamenti, con corsi mirati all’innovazione del settore. Almeno due cattedre nel paese dovrebbero essere dedicate all’agricoltura biodinamica. Infine sarebbe necessario istituire dottorati di ricerca, borse post dottorato, assegni di ricerca e programmi di ricerca per favorire le attività in bioagricoltura nelle università italiane.

Il convegno costituisce la prima parte della giornata dedicata ad Expo alla Festa del Bio, un’occasione voluta dal Forum delle associazioni del biologico in Expo ‘Il biologico nutrirà il pianeta’ e da Fiera di Bologna per sottolineare il ruolo del bio nel complesso dell’agricoltura e del comparto alimentare italiano.

La superficie destinata al biologico nel nostro Paese ha raggiunto ormai l’11% circa della superficie agricola nazionale, mentre i consumi progrediscono al ritmo di due cifre di crescita di anno in anno: dal 2013 al 2014 si è registrato un aumento del 17%. Le esportazioni  fanno da traino al settore, l’unico che esce dalla crisi economica con un saldo in attivo. In questo quadro, l’agricoltura biodinamica (la parte più attenta alla conservazione della fertilità dei suoli e alla protezione dei campi, nell’ambito più ampio della bioagricoltura) trova nel nostro paese il suo terreno d’elezione: l’Italia è seconda nel mondo per superfici destinate al biodinamico, mentre sono più di mille le aziende agricole che utilizzano questa specifica modalità di coltivazione, tra cui le più estese del biologico.

 

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