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Sequestrati un pastore tedesco e un meticcio dal CFS

Veio Veronese. A seguito di denuncia della LAV per maltrattamento di animali. I due cani sono stati dati in affido all’Associazione.

Sequestrati un pastore tedesco e un meticcio dal CFS

Le indagini da parte dei volontari della LAV sulla condizione di detenzione di due cani, un pastore tedesco scheletrico legato ad una corta catena nel cortile di un’abitazione e un meticcio legato con una corda dentro una piccola stalla al buio, erano iniziate nell’aprile di quest’anno, a seguito della segnalazione di un cittadino che aveva osservato nelle sue frequenti passeggiate in montagna, in contrada Campe di Velo Veronese, una grave situazione di maltrattamento.

Tutti i sopralluoghi succedutisi nel corso di un intero mese avevano confermato che la condizione era sempre la stessa: spazi inadeguati in cui lo scheletrico pastore e il meticcio non potevano effettuare alcun movimento, né avere alcuna relazione propria di un animale sociale quale il cane è, mancanza di acqua, cibo costituito da solo pane, manifesti segni di sofferenza resi evidenti dall’estrema magrezza e dalle escoriazioni causate dallo sfregamento della corda sul collo.

Neppure le prescrizioni imposte alla proprietaria dagli agenti del Corpo Forestale, intervenuti a fine aprile su richiesta della LAV e a fine giugno, avevano prodotto gli sperati miglioramenti nella vita dei due animali che hanno continuato a trascorrere la loro esistenza in una condizione di totale privazione.

Pertanto, nella mattinata di ieri, sono scattate le operazioni di sequestro preventivo condotte da personale del NIPAF del Corpo Forestale dello Stato, su disposto del GIP, dott.ssa Rita Caccamo. Gli animali sono stati consegnati in affido giudiziario ai volontari LAV, che hanno immediatamente provveduto a sottoporli a  visita veterinaria e ad iniziare le prescritte terapie riabilitative.

“ La Regione Veneto, con la Legge 17 del giugno 2014, ha modificato la precedente Legge 60 sulla Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, introducendo l’ importante innovazione che vieta l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare. “Si tratta – dice Lorenza Zanaboni, Responsabile LAV Verona– di un provvedimento tanto importante quanto atteso. Nella nostra esperienza, infatti, sono moltissimi i casi di maltrattamento di cani che abbiamo dovuto affrontare in questi anni, nei quali la detenzione prolungata o continuativa ad una catena costituiva il principale problema. Il caso dei due cani di Velo Veronese sequestrati ieri è infatti solo l’ultimo di una lunga serie. Per eliminare questa pratica purtroppo molto diffusa saranno necessari interventi coordinati ed efficaci soprattutto sul piano culturale. Per questo invitiamo fin da subito i Comuni ed i Servizi Veterinari delle ASL – conclude la Zanaboni - ad organizzare capillari campagne di informazione rivolte ai proprietari di cani, con le quali far conoscere il provvedimento regionale e le sanzioni correlate, ma soprattutto invitandoli e motivandoli ad un diverso rapporto con gli animali ed a modalità di ricovero degli stessi più consone ed eticamente adeguate”.

 

La LAV ringrazia il Corpo Forestale dello Stato e la Procura di Verona per aver posto fine alla tribolazione dei due poveri innocenti.

 

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