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Condannato proprietario per cane costretto a vivere in gabbia

L’animale è stato affidato in via definitiva alla LAV che aveva sporto denuncia.

Condannato proprietario per cane costretto a vivere in gabbia

Nei giorni scorsi si è celebrato l’atto conclusivo di un processo iniziato poco meno di quattro anni fa. Indagato S.R., un uomo di Vigasio (VR), poiché per circa tre anni aveva detenuto in garage il suo cane Dobermann Ares, chiuso dentro una piccola gabbia ricoperta da uno spesso drappo oscurante.

Le indagini effettuate da personale della LAV veronese avevano appurato che l’uomo permetteva al cane di uscire dalla sua angusta prigione alcuni minuti la mattina e alcuni minuti la sera. Nella gabbia, al buio completo, Ares trascorreva la sua intera esistenza, tranne per brevi periodi, un paio di volte l’anno, in cui il suo proprietario si assentava per le vacanze e consegnava pertanto il cane ad una pensione per animali.

Sequestrato da agenti del Corpo Forestale dello Stato nel dicembre del 2010, Ares era stato affidato alla LAV che aveva immediatamente provveduto a curarlo per i gravi danni psico-fisici che la crudele e sadica condotta del suo proprietario gli aveva inflitto: ancora oggi l’animale mostra i segni di quanto ha subito sia nell’instabilità e ombrosità del carattere, sia nel dolore articolare che lo obbliga a terapie continue, dolore causato da una postura innaturale cui era costretto dentro una gabbia troppo piccola per le sue dimensioni.

Il giudice, dott. Pasquale Ladogana, ha condannato l’uomo, per il reato di detenzione incompatibile con la natura dell’animale di cui all’art. 727 del Codice Penale, al pagamento di un’ammenda di 1000 euro, alla confisca di Ares che è stato assegnato in via definitiva alla LAV, al risarcimento danni di 5000 euro all’Associazione e al pagamento delle spese  processuali.

“Siamo sconcertati” afferma Lorenza Zanaboni, Responsabile LAV Verona “dalla mitezza della pena e nel contempo sollevati per la confisca del cane che potrà così continuare a vivere con la persona che in questi anni si è presa cura di lui con grandissima dedizione. Ci saremmo aspettati una condanna ben più grave per maltrattamento di animali in considerazione delle lesioni permanenti che Ares ha riportato e in considerazione del fatto che il cane, avendo conosciuto nella sua disgraziata esistenza momenti felici prima di essere considerato un peso dal suo proprietario, avrà sicuramente sofferto ancora di più la sadica reclusione e l’isolamento che gli sono stati imposti da un certo momento in poi.”

 

La LAV ringrazia Paola Signorini, educatrice cinofila SIUA, per tutto quello che ha fatto e sta facendo per dare una vita dignitosa al povero Ares.

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