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"Toscana non cambi misure recinti per cani"

Appello delle associazioni animaliste a Giunta e Consiglio Regionale.

"Toscana non cambi misure recinti per cani"

LAV, ENPA e Lega Nazionale per la difesa del cane contestano duramente l’intenzione della Giunta regionale toscana di modificare il regolamento di attuazione della legge regionale “Norme per la tutela degli animali” (L.r. 59/2009) escludendo i box e recinti per cani di privati cittadini dall’obbligo di garantire agli animali detenuti dai privati la misura minima di 8 metri quadri.

 

Le Associazioni hanno quindi chiesto al Presidente della Regione, Enrico Rossi, all’assessore al Diritto alla Salute, Luigi Marroni, e ai consiglieri regionali che saranno chiamati a esprimersi sul nuovo testo, di non fare un dannoso passo indietro rispetto a quanto emanato nel 2011 quando, grazie a proficuo confronto con le associazioni stesse, la Regione comprese l’importanza di non cedere alle pressioni del mondo venatorio, e si contraddistinse per senso di civiltà evitando discriminazioni, anche nei confronti degli animali.

 

Era già molto grave che il termine per l’adeguamento di box e recinti, che sarebbe dovuto scadere a luglio 2013, fosse stato posticipato al 31 dicembre dello scorso anno. E oggi è inammissibile che la Giunta regionale premi i cittadini che non si sono messi in regola – commentano LAV, Enpa e LNDC – il regolamento è in vigore e prevede una sanzione da 100 a 600 euro per chi non si è adeguato. Ci amareggia molto constatare che la Regione anziché farlo rispettare, si appresti a concedere l’ennesimo favore ai cacciatori con i loro ricoveri improvvisati”.

 

Una superficie inferiore agli 8 metri quadrati non garantisce all’animale la minima espressione delle sue caratteristiche etologiche; tali misure rientrano in uno standard accettabile e uniforme a quelle indicate nelle legislazioni di altre Regioni italiane e non è accettabile che siano mantenute solo per i canili, escludendo i tantissimi cani detenuti dai privati in spazi spesso veramente angusti.

 

“Otto metri quadri sono la misura minima in cui un cane può essere detenuto e gli spazi previsti per recinti o box dei privati cittadini devono essere identici a quelli previsti per i canili e le pensioni. In caso contrario si creerebbe una palese disparità di trattamento e una contraddizione anche con l’articolo 2 del Regolamento stesso, che parla di ‘luoghi idonei’ anche per ‘spazio’ alla detenzione dei cani. – proseguono le Associazioni – L’esperienza dimostra come spesso nel caso di cani di proprietà custoditi in box o recinti non sia assolutamente certo che all’animale siano concessi momenti di libertà fuori potendo in buona parte dei casi usufruire di uscite solo in occasione di addestramenti o battute di caccia. E’ evidente, quindi, che i cani detenuti in spazi inferiori a otto metri quadrati non siano in grado di svolgere le funzioni etologiche basilari”.

 

Se i privati fossero esentati dal garantire la superficie minima di 8 mq per box e recinti potrebbero adottare anche forme di detenzione limite, fino alla violazione dell’articolo 727 del Codice penale, per incompatibilità con le caratteristiche etologiche degli animali. Eliminare i parametri minimi da rispettare, infine, priverebbe chi effettua le verifiche sulle condizioni di detenzione degli animali di un importante parametro di riferimento, aprendo la strada alla discrezionalità.

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