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di Monica Mazzotto
di Monica Mazzotto
MERAVIGLIOSE PICCOLE PESTI: LE FORMICHE
di Monica Mazzotto
16 luglio 2001 - Se in questo periodo estivo, ci recassimo su di un prato o ancora più semplicemente ci fermassimo a guardare il marciapiede vicino a casa, i primi animali che vedremmo sarebbero delle piccole, spesso ignorate, formiche. Ebbene questi insetti, da sempre hanno affascinato generazioni di ricercatori, etologi, zoologi, ma anche semplici curiosi: chi di noi non si è fermato almeno una volta ad osservare quel fantastico brulicare di vita, quel frenetico via vai, che si verifica all’entrata di un formicaio?
Il motivo è semplice: le loro caratteristiche sono uniche, seducenti ed evolute. Per prima cosa bisogna riconoscere che sono ovunque e sono incredibilmente tante; il numero di specie descritte ammonta a quasi 10.000, ma gli esperti stimano che almeno 3.000 sono le specie ancora da scoprire. Come se ciò non bastasse, ogni colonia è composta da migliaia di individui. Un calcolo approssimativo fatto da due grandi sociobiologi, B.Hölldobler e E. O. Wilson, della biomassa, ossia del peso, di tutte le formiche presenti sulla terra porta ad un incredibile risultato: il loro peso equivarrebbe, all'incirca, a quello di tutti noi esseri umani. Se su di un piatto di una bilancia salissimo tutti noi uomini e sull’altro salissero tutte le formiche, i piatti resterebbero pressoché fermi, in equilibrio, e se pensate che una formica operaia pesa solamente da uno a cinque milligrammi, ecco che il risultato è ancora più impressionante.
Inoltre, a differenza di ciò che si pensa, sono longeve: una regina può anche vivere per una ventina di anni e con lei la colonia, ovviamente composta da generazioni che si susseguono. Ma il particolare più affascinante è che sono straordinariamente organizzate, si parlano, si contano, si riconoscono e si difendono, tutto chimicamente in un mondo di odori; al massimo ogni tanto entra in gioco anche il tatto con qualche piccolo colpo di antenne o l’udito con l’emissione di qualche stridolino, ma il senso che domina nella loro vita è sicuramente l’olfatto.
Dicevamo che sono ovunque, che sono tante, che sono longeve ed iperorganizzate: ma allora cosa impedisce a questi piccoli, microscopici animali, di unirsi in un'unica superpotenza, coalizzazione di tutti i formicai, e sbalzarci, senza difficoltà, dal comodo trono di padroni della terra?
Il loro solo, grosso e, buon per noi, incorreggibile difetto consiste semplicemente nel loro pessimo carattere. Far andare d’accordo due colonie di formiche vicine è un’impresa impossibile, nessun negoziatore per quanto capace riuscirebbe a mediare tanto odio. Come scrivono B.Hölldobler e E. O. Wilson in un loro interessantissimo libro, intitolato appunto “Formiche”, “…le formiche sono gli animali più aggressivi e bellicosi. Esse superano di gran lunga gli esseri umani quanto a cattiveria organizzata: al confronto la nostra specie è gentile e mite …Se le formiche possedessero armi nucleari, probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di una settimana”.
Come si può immaginare, non sono proprio un esempio di tolleranza, e come se non bastasse, alcune specie sono anche schiaviste, ossia utilizzano la “forza lavoro” di un'altra specie. Ma come è possibile che in natura esistano degli animali, che senza nessun tornaconto, si dedichino con totale abnegazione al benessere di individui appartenenti ad un'altra specie? La spiegazione risiede proprio nell’unico neo di questa grande efficienza che vige all’interno di un formicaio. La loro organizzazione è impressionante, ma si basa su stimoli semplici, ossia su odori. Il riconoscimento di un compagno di colonia avviene grazie al loro “naso” e non di certo alla loro vista. Così per le formiche schiaviste convincere un’altra formica appartenente ad un'altra specie, magari molto diversa fisicamente, di essere una delle loro e così farle fare i lavori più duri, è drammaticamente facile. Basta organizzare un’incursione in un nido delle future schiave, uccidere con le loro potenti mandibole falciformi le retrovie di difesa, entrare nel cuore del nido, rapire le pupe racchiuse nel bozzolo, e portare così i futuri nascituri tra le mura del proprio regno. Il gioco è fatto: le giovani formiche schiave, anche se completamente diverse per forma e colore dalle formiche presenti nella colonia, nascendo nelle culle del nemico, assimileranno l’odore dell’ambiente che le circonda, e poiché le formiche vivono in un mondo dove è più importante “odorare che apparire” si sentiranno felicemente tra sorelle, ben felici di aiutarle in tutto e per tutto. Un sistema semplice, affascinante ed implacabile.
Saranno semplici formiche… ma non fatele arrabbiare!
Il motivo è semplice: le loro caratteristiche sono uniche, seducenti ed evolute. Per prima cosa bisogna riconoscere che sono ovunque e sono incredibilmente tante; il numero di specie descritte ammonta a quasi 10.000, ma gli esperti stimano che almeno 3.000 sono le specie ancora da scoprire. Come se ciò non bastasse, ogni colonia è composta da migliaia di individui. Un calcolo approssimativo fatto da due grandi sociobiologi, B.Hölldobler e E. O. Wilson, della biomassa, ossia del peso, di tutte le formiche presenti sulla terra porta ad un incredibile risultato: il loro peso equivarrebbe, all'incirca, a quello di tutti noi esseri umani. Se su di un piatto di una bilancia salissimo tutti noi uomini e sull’altro salissero tutte le formiche, i piatti resterebbero pressoché fermi, in equilibrio, e se pensate che una formica operaia pesa solamente da uno a cinque milligrammi, ecco che il risultato è ancora più impressionante.
Inoltre, a differenza di ciò che si pensa, sono longeve: una regina può anche vivere per una ventina di anni e con lei la colonia, ovviamente composta da generazioni che si susseguono. Ma il particolare più affascinante è che sono straordinariamente organizzate, si parlano, si contano, si riconoscono e si difendono, tutto chimicamente in un mondo di odori; al massimo ogni tanto entra in gioco anche il tatto con qualche piccolo colpo di antenne o l’udito con l’emissione di qualche stridolino, ma il senso che domina nella loro vita è sicuramente l’olfatto.
Dicevamo che sono ovunque, che sono tante, che sono longeve ed iperorganizzate: ma allora cosa impedisce a questi piccoli, microscopici animali, di unirsi in un'unica superpotenza, coalizzazione di tutti i formicai, e sbalzarci, senza difficoltà, dal comodo trono di padroni della terra?
Il loro solo, grosso e, buon per noi, incorreggibile difetto consiste semplicemente nel loro pessimo carattere. Far andare d’accordo due colonie di formiche vicine è un’impresa impossibile, nessun negoziatore per quanto capace riuscirebbe a mediare tanto odio. Come scrivono B.Hölldobler e E. O. Wilson in un loro interessantissimo libro, intitolato appunto “Formiche”, “…le formiche sono gli animali più aggressivi e bellicosi. Esse superano di gran lunga gli esseri umani quanto a cattiveria organizzata: al confronto la nostra specie è gentile e mite …Se le formiche possedessero armi nucleari, probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di una settimana”.
Come si può immaginare, non sono proprio un esempio di tolleranza, e come se non bastasse, alcune specie sono anche schiaviste, ossia utilizzano la “forza lavoro” di un'altra specie. Ma come è possibile che in natura esistano degli animali, che senza nessun tornaconto, si dedichino con totale abnegazione al benessere di individui appartenenti ad un'altra specie? La spiegazione risiede proprio nell’unico neo di questa grande efficienza che vige all’interno di un formicaio. La loro organizzazione è impressionante, ma si basa su stimoli semplici, ossia su odori. Il riconoscimento di un compagno di colonia avviene grazie al loro “naso” e non di certo alla loro vista. Così per le formiche schiaviste convincere un’altra formica appartenente ad un'altra specie, magari molto diversa fisicamente, di essere una delle loro e così farle fare i lavori più duri, è drammaticamente facile. Basta organizzare un’incursione in un nido delle future schiave, uccidere con le loro potenti mandibole falciformi le retrovie di difesa, entrare nel cuore del nido, rapire le pupe racchiuse nel bozzolo, e portare così i futuri nascituri tra le mura del proprio regno. Il gioco è fatto: le giovani formiche schiave, anche se completamente diverse per forma e colore dalle formiche presenti nella colonia, nascendo nelle culle del nemico, assimileranno l’odore dell’ambiente che le circonda, e poiché le formiche vivono in un mondo dove è più importante “odorare che apparire” si sentiranno felicemente tra sorelle, ben felici di aiutarle in tutto e per tutto. Un sistema semplice, affascinante ed implacabile.
Saranno semplici formiche… ma non fatele arrabbiare!