AnimalieAmbiente.it / rubriche / VIAGGI E APPUNTAMENTI / ISCHIA: L'ISOLA DAI MILLE VOLTI
di Licia Colò
di Licia Colò
ISCHIA: L'ISOLA DAI MILLE VOLTI
di Licia Colò
16 luglio 2001 - Per i viaggiatori che nel XIX secolo compivano il gran tour attraverso le principali mete europee, Ischia rappresentava la mitica patria di Nausica ed il dolce riposo di Ulisse… Era il luogo in cui l'uomo poteva ancora vivere la sua civiltà originaria era una terra mitologica. La terra che ciascuno di loro aveva immaginato almeno una volta nei propri sogni.
E come si arriva si respira un'aria particolare, un'aria intima probabilmente favorita dalla forma del porto che è stato ricavato all'interno di uno dei cinque crateri vulcanici. Ha una forma circolare ed è pieno di suggestivi colori.
Qui a Ischia proprio i colori sembrano stranamente più intensi. L'azzurro del mare più forte come quelli delle case costruite di tufo, non giallo, come nella maggior parte dei posti, ma incredibilmente verde.
Ischia porto è la principale stazione balneare e turistica. Qui si ha solo l'imbarazzo della scelta fra tanti ristorantini caratteristici, negozi pieni di colore locale, ritrovi alla moda ed alberghi di ogni tipo. Quindi c’è Ischia Ponte, il quartiere storico quello che nonostante la pressione del turismo non ha rinunciato alle sue tradizioni. Che si snodano lungo vicoli caratteristici, i quali danno l’impressione di tuffarsi direttamente in mare. Mentre sulle spiaggia di sabbia nera si affacciano le case semplici dei pescatori. Girando ancora un poco ecco il ponte che collega l’isola ad uno scoglio su cui sorge il famoso castello aragonese: un tempo il centro dell'isola. Qui viveva la gente e sempre qui c'era la sede della cattedrale del vescovo e del principe. Fu costruito nel 1441 da Alfonso d'Aragona sulle precedenti fortificazioni di epoca molto più remota. Per oltre tre secoli rappresentò per tutta la popolazione un rifugio sicuro contro le incursioni dei pirati.
Oggi naturalmente questo castello ha perso le sue antiche funzioni ma si è trasformata in una delle attrazioni turistiche senza dubbio più importanti di tutta l'isola uno dei suoi tesori più preziosi.
Un lungo tunnel scavato nella roccia introduce al suo interno. Alla fine del tunnel la prima immagine che colpisce gli occhi è quella dei muri che il tempo ha ricoperto con i colori della vegetazione tipica di questi luoghi. Più in alto invece ci sono i templi dell'antica cattedrale quella che gli ischitani costruirono dopo l'eruzione del 1301 e che gli inglesi fecero crollare nel 1809 sotto le cannonate dirette contro la guarnigione francese rifugiatasi nel castello. Da quassù il panorama è veramente incantevole sicuramente non da meno di quello che si può ammirare dal vicino terrazzo degli ulivi. Ma il castello cela al suo interno anche qualcosa di molto inquietante: il cimitero delle monache, epoca 1600. Le monache una volta morte anziché essere seppellite venivano adagiate su sedie in muratura e qui lasciate affinché le altre monache quelle ancora in vita potessero scendere a pregare e a meditare sul significato della morte.
Lasciato il castello si incrociano gli scogli di Sant'Anna, di fronte ai quali si stende la spiaggia curva di Carta Romana. Una piccola baia dai forti colori. E’ qui che inizia la parte più selvaggia dell'isola, quella in cui soffia spesso il vento e la natura sembra predominare su ogni altra cosa. Uno spettacolo che chiunque decida di visitare l'isola non può assolutamente perdere.
Proseguendo lungo la costa sud-orientale si arriva all'istmo di Sant'Angelo, uno dei borghi più caratteristici dell'isola un presepe in mezzo al mare. A guardia del porticciolo c'è l'unica piazzetta un'allegra nota di colore fra le basse case dalle tinte color pastello. Dietro è un groviglio di viuzze sono tutte strette e lunghe spesso percorse da ripide scalinate.
Da qui con un'imbarcazione ci si può spostare per arrivare alla spiaggia dei Maroniti, precisamente alla estremità sinistra più conosciuta come spiaggia delle Fumarole. Un luogo inìcredivbile se è vero che è possibile fare inalazioni naturali con il vapore che fuoriesce direttamente dalla sabbia, che può raggiungere a volte la temperatura di 100 gradi. E’ non è raro che la sera questo posto si riempia di gente impegnata in pic nic su “fornelli” del tutto naturali. Si possono, infatti, cuocere patate, uova e altre prelibatezze, semplicemente nascondendo il cibo nella sabbia. Il calore provvede al resto…
Sempre sulla spiaggia dei Maronti si trova un'altra testimonianza tangibile dell'origine vulcanica dell'isola. E’ la sorgente dell'Ornitiello il luogo in cui sgorga una delle famose acque curative di Ischia. Ce ne sono di diversi tipi e tutte insieme sembrano costituire la panacea per ogni malattia e sono il vero patrimonio dell'isola. La sua origine è molto antica addirittura nelle sue grotte scavate nel tufo si facevano i bagni di sudore gli antichi romani.
Movendosi con un pezzo tipico dell’isola, il microtaxi, si può raggiungere il giardino della Mortella un parco in cui vivono oltre 450 specie fra fiori e piante rare mediterranee e tropicali. Questo giardino ricavato dall'uomo da una enorme pietraia di origine vulcanica nacque come ritiro privato di uno dei maggiori compositori contemporanei il musicista inglese William Wolton e di sua moglie Susanna.
Movendosi poi verso l'interno dell'isola si giunge sul monte Epomeo, il rilievo più alto di Ischia. Camminando in mezzo ai boschi spuntano massi tufacei dalle caratteristiche particolari: sono le case di pietra, giganteschi macigni che da epoche remote fino al XVIII secolo gli ischitani utilizzarono come abitazioni, cantine, ricoveri, depositi o addirittura chiese. Sono il frutto del lungo e faticoso lavoro di scavo che gli abitanti dell'isola fecero.
Lungo il cammino per il monte, si scorgono muli. L’altro particolare mezzo per raggiungere la cima. Un po’ retrò, ma molto suggestivo…
E come si arriva si respira un'aria particolare, un'aria intima probabilmente favorita dalla forma del porto che è stato ricavato all'interno di uno dei cinque crateri vulcanici. Ha una forma circolare ed è pieno di suggestivi colori.
Qui a Ischia proprio i colori sembrano stranamente più intensi. L'azzurro del mare più forte come quelli delle case costruite di tufo, non giallo, come nella maggior parte dei posti, ma incredibilmente verde.
Ischia porto è la principale stazione balneare e turistica. Qui si ha solo l'imbarazzo della scelta fra tanti ristorantini caratteristici, negozi pieni di colore locale, ritrovi alla moda ed alberghi di ogni tipo. Quindi c’è Ischia Ponte, il quartiere storico quello che nonostante la pressione del turismo non ha rinunciato alle sue tradizioni. Che si snodano lungo vicoli caratteristici, i quali danno l’impressione di tuffarsi direttamente in mare. Mentre sulle spiaggia di sabbia nera si affacciano le case semplici dei pescatori. Girando ancora un poco ecco il ponte che collega l’isola ad uno scoglio su cui sorge il famoso castello aragonese: un tempo il centro dell'isola. Qui viveva la gente e sempre qui c'era la sede della cattedrale del vescovo e del principe. Fu costruito nel 1441 da Alfonso d'Aragona sulle precedenti fortificazioni di epoca molto più remota. Per oltre tre secoli rappresentò per tutta la popolazione un rifugio sicuro contro le incursioni dei pirati.
Oggi naturalmente questo castello ha perso le sue antiche funzioni ma si è trasformata in una delle attrazioni turistiche senza dubbio più importanti di tutta l'isola uno dei suoi tesori più preziosi.
Un lungo tunnel scavato nella roccia introduce al suo interno. Alla fine del tunnel la prima immagine che colpisce gli occhi è quella dei muri che il tempo ha ricoperto con i colori della vegetazione tipica di questi luoghi. Più in alto invece ci sono i templi dell'antica cattedrale quella che gli ischitani costruirono dopo l'eruzione del 1301 e che gli inglesi fecero crollare nel 1809 sotto le cannonate dirette contro la guarnigione francese rifugiatasi nel castello. Da quassù il panorama è veramente incantevole sicuramente non da meno di quello che si può ammirare dal vicino terrazzo degli ulivi. Ma il castello cela al suo interno anche qualcosa di molto inquietante: il cimitero delle monache, epoca 1600. Le monache una volta morte anziché essere seppellite venivano adagiate su sedie in muratura e qui lasciate affinché le altre monache quelle ancora in vita potessero scendere a pregare e a meditare sul significato della morte.
Lasciato il castello si incrociano gli scogli di Sant'Anna, di fronte ai quali si stende la spiaggia curva di Carta Romana. Una piccola baia dai forti colori. E’ qui che inizia la parte più selvaggia dell'isola, quella in cui soffia spesso il vento e la natura sembra predominare su ogni altra cosa. Uno spettacolo che chiunque decida di visitare l'isola non può assolutamente perdere.
Proseguendo lungo la costa sud-orientale si arriva all'istmo di Sant'Angelo, uno dei borghi più caratteristici dell'isola un presepe in mezzo al mare. A guardia del porticciolo c'è l'unica piazzetta un'allegra nota di colore fra le basse case dalle tinte color pastello. Dietro è un groviglio di viuzze sono tutte strette e lunghe spesso percorse da ripide scalinate.
Da qui con un'imbarcazione ci si può spostare per arrivare alla spiaggia dei Maroniti, precisamente alla estremità sinistra più conosciuta come spiaggia delle Fumarole. Un luogo inìcredivbile se è vero che è possibile fare inalazioni naturali con il vapore che fuoriesce direttamente dalla sabbia, che può raggiungere a volte la temperatura di 100 gradi. E’ non è raro che la sera questo posto si riempia di gente impegnata in pic nic su “fornelli” del tutto naturali. Si possono, infatti, cuocere patate, uova e altre prelibatezze, semplicemente nascondendo il cibo nella sabbia. Il calore provvede al resto…
Sempre sulla spiaggia dei Maronti si trova un'altra testimonianza tangibile dell'origine vulcanica dell'isola. E’ la sorgente dell'Ornitiello il luogo in cui sgorga una delle famose acque curative di Ischia. Ce ne sono di diversi tipi e tutte insieme sembrano costituire la panacea per ogni malattia e sono il vero patrimonio dell'isola. La sua origine è molto antica addirittura nelle sue grotte scavate nel tufo si facevano i bagni di sudore gli antichi romani.
Movendosi con un pezzo tipico dell’isola, il microtaxi, si può raggiungere il giardino della Mortella un parco in cui vivono oltre 450 specie fra fiori e piante rare mediterranee e tropicali. Questo giardino ricavato dall'uomo da una enorme pietraia di origine vulcanica nacque come ritiro privato di uno dei maggiori compositori contemporanei il musicista inglese William Wolton e di sua moglie Susanna.
Movendosi poi verso l'interno dell'isola si giunge sul monte Epomeo, il rilievo più alto di Ischia. Camminando in mezzo ai boschi spuntano massi tufacei dalle caratteristiche particolari: sono le case di pietra, giganteschi macigni che da epoche remote fino al XVIII secolo gli ischitani utilizzarono come abitazioni, cantine, ricoveri, depositi o addirittura chiese. Sono il frutto del lungo e faticoso lavoro di scavo che gli abitanti dell'isola fecero.
Lungo il cammino per il monte, si scorgono muli. L’altro particolare mezzo per raggiungere la cima. Un po’ retrò, ma molto suggestivo…