RICORDO DI SHARM
di Licia Colò
In questo difficile momento per il turismo illustriamo un posto non troppo lontano dall’Italia, con la speranza di poter tornare presto in questi luoghi con quella serenità che ci permette di gustarci una vacanza al sole e di godere di un mare davvero stupendo.
5 ottobre 2001 - Trecentosessantacinque giorni di sole all'anno. Sempre caldo. D'estate si superano i 40 gradi, d'inverno difficilmente si scende al di sotto dei 20. Un sole meraviglioso, un mare fra i più belli del mondo. Ricco di vita e trasparente. E' il Mar Rosso e la costa del deserto del Sinai, la cui meta più famosa è senza dubbio Sharm El Sheik. Negli ultimi anni questa località ha vissuto un incremento turistico davvero notevole, soprattutto per il fatto che dall'Europa si arriva qui in poche ore di aereo. Ma quali saranno in effetti i segreti di Sharm El Sheik e dei suoi dintorni.
Innanzi tutto la località che in assoluto sta vivendo il suo massimo sviluppo turistico è Na’Ama Bay, a 6 chilometri da Sharm el Sheikh. In realtà il viaggiatore non è in grado di dividere i due luoghi perché negli ultimi anni gli alberghi, i negozi ed i vari locali li hanno trasformati, visivamente, in un'unica città. Negli anni l’enorme afflusso turistico ha in parte trasformato quello che un tempo era un vero e proprio paradiso, ma ancora oggi, se si vuole, basta allontanarsi un po’ dal centro di Na’Ama o di Sharm el Sheikh per ritrovarsi da soli in luoghi di incantevole ed incontaminata bellezza.
La notte poi, se uno è alla ricerca di svaghi, in questi posti c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Musica e locali tradizionali fanno la parte del leone. Anche lo shopping serale ha molto successo, soprattutto per il fatto che durante il giorno la temperatura è molto elevata e difficilmente la gente si fa convincere ad abbandonare le spiagge o le fresche acque del Mar Rosso. Uno degli spettacoli più apprezzati dai turisti è rappresentato dalla tradizionale danza del ventre, in grado di fondere ritmo e sensualità, un ritmo capace di coinvolgere tutti, in particolar modo gli uomini egiziani che durante le loro feste si lanciano in danze frenetiche.
Queste zone, comunque, non offrono soltanto un mare dai mille colori. Lasciata la vita movimentata di Na’Ama, infatti, a circa 20 chilometri da Sharm el Sheikh, sull’estremità meridionale del deserto del Sinai si può raggiungere il parco nazionale di Ras Mohammed.
La scoperta del parco avviene attraverso percorsi ben delimitati, per salvaguardare un ambiente estremamente delicato, in quanto al suo interno coesistono in una stretta interazione diversi ecosistemi, quello della barriera corallina, delle dune e delle mangrovie, piante che per vivere riescono a utilizzare l’acqua marina espellendo i cristalli di sale dalle foglie. Il punto più spettacolare del parco è rappresentato dalla baia degli squali, che appare incastonata in una scogliera il cui punto più alto è a una sessantina di metri d’altezza.
Lasciata la penisola di Ras Mohammed, a nord di Na’Ama, ci si può addentrare alla scoperta di un'altra zona protetta, quello di Nabq. Anche qui troviamo una splendida foresta di mangrovie, in questo caso la più grande di tutto il Sinai.
Poco distante, sulla spiaggia, si può visitare un villaggio di beduini pescatori dove le capanne sono davvero essenziali, costruite con pezzi di legno e foglie di palma. Qualcuna ha addirittura il tetto di lamiera.
Spostandoci ancora verso nord si può raggiungere uno dei siti subacquei più famosi di tutto il Sinai, conosciuto con il nome di Blue Hole, buco blu. In effetti da terra la sua forma non è così evidente, ma basta arrampicarsi un po’ sulle rocce circostanti per ammirare dall’alto un profondo cratere di forma circolare che spicca in mezzo ad una piattaforma corallina a pochi metri dalla riva. Il fondale all’interno del cratere arriva a 80 metri di profondità.
Chi è venuto in queste terre dieci anni fa, oggi a stento riesce a riconoscerle e secondo me chi verrà oggi difficilmente le riconoscerà domani. Tutto è cambiato: sono aumentati gli alberghi, si sono ingrandite le strade, sono cambiate anche le persone. Una cosa però sono certa rimarrà sempre uguale, come sempre è stato in passato, il colore di questa magnifica terra, un colore davvero difficile da descrivere. Ma che secondo me è davvero magico perché una volta entrato nel cuore non lo si dimentica più.
Innanzi tutto la località che in assoluto sta vivendo il suo massimo sviluppo turistico è Na’Ama Bay, a 6 chilometri da Sharm el Sheikh. In realtà il viaggiatore non è in grado di dividere i due luoghi perché negli ultimi anni gli alberghi, i negozi ed i vari locali li hanno trasformati, visivamente, in un'unica città. Negli anni l’enorme afflusso turistico ha in parte trasformato quello che un tempo era un vero e proprio paradiso, ma ancora oggi, se si vuole, basta allontanarsi un po’ dal centro di Na’Ama o di Sharm el Sheikh per ritrovarsi da soli in luoghi di incantevole ed incontaminata bellezza.
La notte poi, se uno è alla ricerca di svaghi, in questi posti c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Musica e locali tradizionali fanno la parte del leone. Anche lo shopping serale ha molto successo, soprattutto per il fatto che durante il giorno la temperatura è molto elevata e difficilmente la gente si fa convincere ad abbandonare le spiagge o le fresche acque del Mar Rosso. Uno degli spettacoli più apprezzati dai turisti è rappresentato dalla tradizionale danza del ventre, in grado di fondere ritmo e sensualità, un ritmo capace di coinvolgere tutti, in particolar modo gli uomini egiziani che durante le loro feste si lanciano in danze frenetiche.
Queste zone, comunque, non offrono soltanto un mare dai mille colori. Lasciata la vita movimentata di Na’Ama, infatti, a circa 20 chilometri da Sharm el Sheikh, sull’estremità meridionale del deserto del Sinai si può raggiungere il parco nazionale di Ras Mohammed.
La scoperta del parco avviene attraverso percorsi ben delimitati, per salvaguardare un ambiente estremamente delicato, in quanto al suo interno coesistono in una stretta interazione diversi ecosistemi, quello della barriera corallina, delle dune e delle mangrovie, piante che per vivere riescono a utilizzare l’acqua marina espellendo i cristalli di sale dalle foglie. Il punto più spettacolare del parco è rappresentato dalla baia degli squali, che appare incastonata in una scogliera il cui punto più alto è a una sessantina di metri d’altezza.
Lasciata la penisola di Ras Mohammed, a nord di Na’Ama, ci si può addentrare alla scoperta di un'altra zona protetta, quello di Nabq. Anche qui troviamo una splendida foresta di mangrovie, in questo caso la più grande di tutto il Sinai.
Poco distante, sulla spiaggia, si può visitare un villaggio di beduini pescatori dove le capanne sono davvero essenziali, costruite con pezzi di legno e foglie di palma. Qualcuna ha addirittura il tetto di lamiera.
Spostandoci ancora verso nord si può raggiungere uno dei siti subacquei più famosi di tutto il Sinai, conosciuto con il nome di Blue Hole, buco blu. In effetti da terra la sua forma non è così evidente, ma basta arrampicarsi un po’ sulle rocce circostanti per ammirare dall’alto un profondo cratere di forma circolare che spicca in mezzo ad una piattaforma corallina a pochi metri dalla riva. Il fondale all’interno del cratere arriva a 80 metri di profondità.
Chi è venuto in queste terre dieci anni fa, oggi a stento riesce a riconoscerle e secondo me chi verrà oggi difficilmente le riconoscerà domani. Tutto è cambiato: sono aumentati gli alberghi, si sono ingrandite le strade, sono cambiate anche le persone. Una cosa però sono certa rimarrà sempre uguale, come sempre è stato in passato, il colore di questa magnifica terra, un colore davvero difficile da descrivere. Ma che secondo me è davvero magico perché una volta entrato nel cuore non lo si dimentica più.