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di Licia Colò

CUBA, L'ISOLA DALLE DUE FACCE
di Licia Colò

Non solo ritmi latini e rhum ma anche iguane, fenicotteri e specchi d’acqua lacustre dove la vita pullula come non mai.

14 giugno 2001 - A Cuba si va per il suo splendido mare ma anche per assaporare le atmosfere dell’Havana Vieja. Ma Cuba vuol dire anche natura ed in questo viaggio il sogno è proprio quello di immergersi tra lagune e palmeti, alla ricerca di pace e tranquillità e lontano dai chiassosi villaggi turistici meta ambita dei vacanzieri di tutto il mondo.
Una di queste oasi di pace è la laguna Mangon, un tempo utilizzata come salina, a pochi chilometri dal cuore turistico di Varadero, dove però la sensazione è quella di essere molto lontani. Qui sembra che tutto sia solo in mano alla natura e ai suoi ritmi. Ci sono alberi caduti chissà da quanto tempo e lasciati sulla spiaggia con strane radici che formano un enorme ventaglio continuamente accarezzato dalle onde. Se dalla spiaggia ci si sposta all'interno troviamo una pianta davvero spettacolare unica nel suo genere: la chiamano il "patriarca" ed è un cactus gigante si dice fosse qui ancor prima che arrivasse nel Nuovo Mondo Cristoforo Colombo.
Lasciata Varadero, ci si sposta in macchina verso l'interno e la realtà che appare ai nostri occhi è molto diversa: non più alberghi e locali per turisti ma la Cuba di tutti quella della crisi economica e della povertà in cui vive la maggior parte della popolazione. Ovunque sembra che il tempo si sia fermato tanti anni fa cristallizzando una realtà che gli eventi atmosferici hanno letteralmente deteriorato. Attraversando paesi e campagne e ci si rende conto di come per secoli si sia privilegiata coltivazione della canna da zucchero ma negli ultimi anni, per diversificare, sono aumentate a dismisura anche le piantagioni di banane, un’altra risorsa fondamentale per quest’isola caraibica.
Un altro paradiso per gli amanti della natura è senz’altro l’insieme delle isole denominate Cayo Coco, Cayo Guillelmo e Cayo Romano, tre isole che sono purtroppo patrimonio esclusivo per turisti dove gli stessi cubani non possono entrare; ad eccezione di coloro che lavorano nei vari resort.
La costruzione di una diga, a ridosso delle isole, ha creato un basso fondale il cui punto più profondo non supera i tre metri e nel quale è tutto un pullulare di vita.
Guardandoci attorno siamo subito colpiti dal gran numero di fenicotteri rosa che in queste acque basse trovano il loro paradiso, insieme a cormorani ed aironi.
L’esperienza di affittare una barca e navigare tra le placide acque di questa palude vale da sola il viaggio. Vere e proprie “isole” galleggianti di mangrovie sono il rifugio ideale di moltissime specie di uccelli, pesci di vario genere e numerosissime aragoste che vivono in un acqua calda e trasparente e nuotano indisturbate in labirinti di radici.
Da un’isola all’altra, a Cuba si può camminare in riva al mare per chilometri e chilometri su spiagge di sabbia bianchissima che rilassano il corpo e lo sguardo. Tra queste c’è senza dubbio la conosciutissima Cayo Largo ma a pochi minuti di navigazione da quest’isola possiamo sbarcare a Cayo Iguana che è meno conosciuta ma nasconde un tesoro inestimabile: le iguane. Su quest’isola, infatti, vivono 300-350 iguane che si cibano di fichi d’india, delle quali sono ghiottissime, e scorrazzano tutto il giorno tra le rocce e la sabbia. Per il turista che giunge qui sembra di fare un salto indietro nel tempo di qualche milione di anni, e può assaporare l’ennesima emozione di un viaggio indimenticabile.

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