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di Alessio Guerrini
di Alessio Guerrini
SCUSI SIGNOR ORSO...TUTTO BENE?
di Alessio Guerrini
Utili consigli, nel caso, raro, in cui si possa incontrare,
strada facendo, un plantigrado tra i piedi…
9 luglio 2001 - L’estate è stagione in cui si sceglie la meta per un meritato relax dopo mesi spesi a lavorare: la vacanza sognata, finalmente arrivata.
Destinazioni diverse che seguono scelte chiaramente personali. C’è chi preferisce il mare, chi l’estero, chi invece sceglie la montagna, e uno tra i bellissimi parchi presenti nel nostro paese.
E noi di animalieanimali ci sentiamo di dare piccoli consigli, suggerimenti, dopo una segnalazione giunta qui in redazione, sull’eventualità di incontrare, nei propri cammini tra le montagne un orso.
Una prima considerazione: è molto, ma davvero molto improbabile incontrare un plantigrado all’interno dei nostri parchi. Non perché non ce ne siano - e il recente progetto Life Ursus è lì a testimone di ciò - semplicemente, l’orso ha paura dell’uomo ed è naturalmente portato a schivare sentieri o luoghi in cui possa avvertire la presenza di persone.
Seconda considerazione: nella rara eventualità che si riesca ad avvistare, il più delle volte, è da distanze molto lunghe. In quel caso pericolo non c’è, ma solo il piacere di godere di uno spettacolo senz’altro affascinante.
Terza considerazione: qualora aveste la grande fortuna (o sfortuna) di incrociare un animale alto, quando su due zampe, più o meno due metri e mezzo cercate di mantenere la calma. Sarà difficile, può darsi, ma è ASSOLUTAMENTE indispensabile.
NON fate gesti inconsulti. Significa nulla che possa spaventare l’orso e condizionare la sua attività normale. Evitate di avvicinarvi ancora di più. NON correte, nel modo più assoluto. E se possibile trattenete l’urlo in gola. Tenete a mente che, di norma, l’orso si allontana da sé ma è opportuno non mettere l’animale in una situazione che lo possa portare a sentirsi minacciato. Può capitare che reagisca, se è una madre con figli, o quando, come fanno tutti i predatori, sente di dover difendere il proprio cibo.
Mantenete la calma e con naturalezza (per quanto possibile) cominciate ad allontanarvi. Piano, piano, con disinvoltura, senza mai dare le spalle all’orso (potrebbe essere maleducato…?).
Nel caso, invece, la vostra destinazione sia un pochino più a nord e soprattutto seimila chilometri più a ovest, il discorso muta e non di poco.
Prendete Churchill, baia di Hudson, lato canadese.
In questo luogo è molto sviluppato il bear-watching, il turismo che osserva gli orsi bianchi, che hanno l’invidiabile primato di essere i più cattivi sull’intero globo. Si visitano, con estrema sicurezza, su confortevoli tundra-boogie, autobus cingolati, chiusi e più alti rispetto all’orso.
Pericolo non c’è, finché si rimane dentro. Qualora venisse la malsana idea di scendere “per vederci meglio”, un unico consiglio. Si raccomandi a qualcuno. Ma che sia davvero molto in alto…
Destinazioni diverse che seguono scelte chiaramente personali. C’è chi preferisce il mare, chi l’estero, chi invece sceglie la montagna, e uno tra i bellissimi parchi presenti nel nostro paese.
E noi di animalieanimali ci sentiamo di dare piccoli consigli, suggerimenti, dopo una segnalazione giunta qui in redazione, sull’eventualità di incontrare, nei propri cammini tra le montagne un orso.
Una prima considerazione: è molto, ma davvero molto improbabile incontrare un plantigrado all’interno dei nostri parchi. Non perché non ce ne siano - e il recente progetto Life Ursus è lì a testimone di ciò - semplicemente, l’orso ha paura dell’uomo ed è naturalmente portato a schivare sentieri o luoghi in cui possa avvertire la presenza di persone.
Seconda considerazione: nella rara eventualità che si riesca ad avvistare, il più delle volte, è da distanze molto lunghe. In quel caso pericolo non c’è, ma solo il piacere di godere di uno spettacolo senz’altro affascinante.
Terza considerazione: qualora aveste la grande fortuna (o sfortuna) di incrociare un animale alto, quando su due zampe, più o meno due metri e mezzo cercate di mantenere la calma. Sarà difficile, può darsi, ma è ASSOLUTAMENTE indispensabile.
NON fate gesti inconsulti. Significa nulla che possa spaventare l’orso e condizionare la sua attività normale. Evitate di avvicinarvi ancora di più. NON correte, nel modo più assoluto. E se possibile trattenete l’urlo in gola. Tenete a mente che, di norma, l’orso si allontana da sé ma è opportuno non mettere l’animale in una situazione che lo possa portare a sentirsi minacciato. Può capitare che reagisca, se è una madre con figli, o quando, come fanno tutti i predatori, sente di dover difendere il proprio cibo.
Mantenete la calma e con naturalezza (per quanto possibile) cominciate ad allontanarvi. Piano, piano, con disinvoltura, senza mai dare le spalle all’orso (potrebbe essere maleducato…?).
Nel caso, invece, la vostra destinazione sia un pochino più a nord e soprattutto seimila chilometri più a ovest, il discorso muta e non di poco.
Prendete Churchill, baia di Hudson, lato canadese.
In questo luogo è molto sviluppato il bear-watching, il turismo che osserva gli orsi bianchi, che hanno l’invidiabile primato di essere i più cattivi sull’intero globo. Si visitano, con estrema sicurezza, su confortevoli tundra-boogie, autobus cingolati, chiusi e più alti rispetto all’orso.
Pericolo non c’è, finché si rimane dentro. Qualora venisse la malsana idea di scendere “per vederci meglio”, un unico consiglio. Si raccomandi a qualcuno. Ma che sia davvero molto in alto…