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di Marco D'Amico
di Marco D'Amico
MICIO, OGNI CODA HA UN SUO PERCHE'
di Marco D'Amico
Con la sua estremità il gatto può comunicare tantissimi stati d’animo. Tutto sta a codificare questi movimenti.
2 luglio 2001 - Coda curva, dritta, leggermente eretta, immobile, abbassata, di lato. Osservando attentamente l’estremità del nostro amato gatto ci viene da chiedere se le movenze siano casuali oppure nascondano dei precisi segnali.
In natura, si sa, nulla è lasciato al caso. Ciò vale anche per la coda del micio. Erroneamente pensiamo che il gatto stia semplicemente “scodinzolando” ed invece non è così. Sia che la coda si muovi, sia che stia immobile, qualcosa certo il nostro gatto nella sua testolina sta tramando.
Cerchiamo allora di decodificare questi movimenti o immobilità, a seconda dei casi:
Coda leggermente curva verso il basso e poi piegata verso l’alto sulla punta: il gatto è rilassato e in perfetta pace con il mondo.
Coda leggermente sollevata e dolcemente piegata: il gatto si sta interessando a qualcosa.
Coda eretta ma con la punta piegata: il gatto è molto interessato e il suo atteggiamento è amichevole e gentile, ma con qualche riserva.
Coda completamente eretta, con la punta rigidamente verticale: senza riserva, questo è un deciso atteggiamento di saluto ma anche di subordinazione. Gli adulti prendono in prestito questo comportamento dai micini quando salutano la madre, invitandola ad un’accurata ispezione del proprio posteriore.
Coda completamente abbassata e con il pelo ritto: il gatto ha molta paura e cerca di farcelo capire chiaramente con questo atteggiamento
Coda che si muove bruscamente e vigorosamente da una parte all’altra: il gatto sta per attaccare. Lo si capisce con questo scodinzolamento conflittuale, nella sua versione più aggressiva.
Coda immobile ma con la punta che si muove leggermente: il gatto ci segnala che sta per perdere la pazienza. Per ora è soltanto un po’ arrabbiato e forse finisce qui. Se il movimento della coda diviene più marcato, occhio che sta per darci una bella e rabbiosa zampata.
Coda eretta in movimento per tutta la sua lunghezza: Spesso possiamo notare questo atteggiamento quando abbiamo appena salutato il nostro gatto oppure quando urina in giardino. Ancora oggi non è stato possibile stabilire se l’animale, così facendo, lasci una leggera ed invisibile traccia odorosa. Sembra, comunque, che il micio in questa situazione voglia identificarsi personalmente come a dire: “sì, sono proprio io”.
Coda tenuta di lato: è il classico invito sessuale da parte della micia in calore. La femmina, quando è pronta per essere montata, sposta la coda di lato e il maschio capisce che può montarla evitando ogni qualsiasi reazione di protesta da parte della femmina.
Coda eretta e con il pelo completamente arruffato: il gatto è aggressivo e questo è il suo inequivocabile segnale.
Coda arcuata e arruffata: in questo caso il gatto segnala a chi gli sta di fronte che è sulla difensiva ma, al tempo stesso, è pronto ad attaccare nel caso in cui abbia una ulteriore provocazione. Arruffando così la coda, il gatto appare più grande di fronte al suo ipotetico nemico che, in virtù di questa “trasformazione” può anche battere in ritirata. Solo che, purtroppo per il gatto, non è mai così.
Notizie prese dal libro “Capire il gatto” di Desmond Morris - Ed. Oscar Mondadori
In natura, si sa, nulla è lasciato al caso. Ciò vale anche per la coda del micio. Erroneamente pensiamo che il gatto stia semplicemente “scodinzolando” ed invece non è così. Sia che la coda si muovi, sia che stia immobile, qualcosa certo il nostro gatto nella sua testolina sta tramando.
Cerchiamo allora di decodificare questi movimenti o immobilità, a seconda dei casi:
Coda leggermente curva verso il basso e poi piegata verso l’alto sulla punta: il gatto è rilassato e in perfetta pace con il mondo.
Coda leggermente sollevata e dolcemente piegata: il gatto si sta interessando a qualcosa.
Coda eretta ma con la punta piegata: il gatto è molto interessato e il suo atteggiamento è amichevole e gentile, ma con qualche riserva.
Coda completamente eretta, con la punta rigidamente verticale: senza riserva, questo è un deciso atteggiamento di saluto ma anche di subordinazione. Gli adulti prendono in prestito questo comportamento dai micini quando salutano la madre, invitandola ad un’accurata ispezione del proprio posteriore.
Coda completamente abbassata e con il pelo ritto: il gatto ha molta paura e cerca di farcelo capire chiaramente con questo atteggiamento
Coda che si muove bruscamente e vigorosamente da una parte all’altra: il gatto sta per attaccare. Lo si capisce con questo scodinzolamento conflittuale, nella sua versione più aggressiva.
Coda immobile ma con la punta che si muove leggermente: il gatto ci segnala che sta per perdere la pazienza. Per ora è soltanto un po’ arrabbiato e forse finisce qui. Se il movimento della coda diviene più marcato, occhio che sta per darci una bella e rabbiosa zampata.
Coda eretta in movimento per tutta la sua lunghezza: Spesso possiamo notare questo atteggiamento quando abbiamo appena salutato il nostro gatto oppure quando urina in giardino. Ancora oggi non è stato possibile stabilire se l’animale, così facendo, lasci una leggera ed invisibile traccia odorosa. Sembra, comunque, che il micio in questa situazione voglia identificarsi personalmente come a dire: “sì, sono proprio io”.
Coda tenuta di lato: è il classico invito sessuale da parte della micia in calore. La femmina, quando è pronta per essere montata, sposta la coda di lato e il maschio capisce che può montarla evitando ogni qualsiasi reazione di protesta da parte della femmina.
Coda eretta e con il pelo completamente arruffato: il gatto è aggressivo e questo è il suo inequivocabile segnale.
Coda arcuata e arruffata: in questo caso il gatto segnala a chi gli sta di fronte che è sulla difensiva ma, al tempo stesso, è pronto ad attaccare nel caso in cui abbia una ulteriore provocazione. Arruffando così la coda, il gatto appare più grande di fronte al suo ipotetico nemico che, in virtù di questa “trasformazione” può anche battere in ritirata. Solo che, purtroppo per il gatto, non è mai così.
Notizie prese dal libro “Capire il gatto” di Desmond Morris - Ed. Oscar Mondadori