GOVERNO ALL'ESAME FEDERPARCHI
Rilanciate funzioni e priorità delle Aree Protette.
25 giugno 2001 - “La Federparchi giudicherà l’operato del Governo e del Ministro dell’Ambiente esclusivamente sulla base degli atti concreti e delle realizzazioni che riuscirà ad attuare nei confronti del sistema della Aree Protette”. Così il Presidente Enzo Valbonesi, aprendo a Roma l’Assemblea Generale della Federazione cui aderiscono centodieci fra Enti e Associazioni che gestiscono la quasi totalità dei territori tutelati del Paese. E, tra gli atti che si attendono dal nuovo Governo, Valbonesi ha ricordato quelli già sottoposti agli schieramenti politici nel corso della campagna elettorale: la convocazione della 2ª Conferenza Nazionale delle Aree Protette, il ripristino di strumenti di programmazione nazionale per le Aree Protette, concertata innanzitutto con le Regioni ed il sistema delle Autonomie Locali, e per l’interazione delle politiche dei diversi Ministeri, l’attuazione di programmi nazionali per i grandi sistemi ambientali (Alpi, Coste, Bacino del Po, Isole minori) sull’esempio di quella avviata per l’Appennino, la collaborazione con le Regioni, gli Enti locali e le loro rappresentanze (attraverso la creazione di un apposito strumento consultivo della Conferenza Stato-Regioni-Autonomie), l’istituzione ormai matura dei nuovi Parchi nazionali della Sila, dell’Alta Murgia e della Val d’Agri, il completamento dell’istituzione delle previste Aree Marine protette, le nomine degli Organi di alcuni Parchi Nazionali.
La “seconda fase” nella vita dei Parchi
Sono obiettivi per i quali la Federparchi si batte da tempo e per i quali manifesta la piena disponibilità a collaborare con il Ministero e le Regioni, nell’interesse dei propri associati e del ruolo fondamentale che i Parchi possono svolgere nella battaglia contro il degrado ambientale, un ruolo “che va ben al di là della protezione di qualche lembo di natura primigenia o di alcune specie a rischio di estinzione”.
Per questo l’associazione si augura che nei prossimi documenti di programmazione (a cominciare dalla prossima Legge Finanziaria) trovino spazio azioni e risorse per la protezione e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale. Se molto è stato fatto, in questi anni, anche dal Governo che ha appena lasciato, molto rimane da fare. E’ triplicata la superficie gestita a parco o a riserva; i Parchi hanno contribuito ad accrescere la sensibilità ambientale e sono divenuti una realtà vera, radicata; essi sono oggi soggetti che iniziano a produrre occupazione nuova e qualificata. Ma è necessario guardare avanti, alla “seconda fase” della loro missione, quella che li vuole protagonisti dello sviluppo durevole, animatori e promotori dell’ecosviluppo, della crescita dell’economia dei territori tutelati, a favore innanzitutto delle popolazioni residenti. Funzione strategica e attività concreta. La Federparchi invita tutti gli attori istituzionali ad essere artefici di questa nuova fase, indicandola come indispensabile da una parte e senza alternative dall’altra. Già oggi infatti, se si volessero conteggiare nei bilanci e nelle statistiche le risorse primarie (l’aria, l’acqua, il suolo) che vengono tutelate per il futuro, nessuno più potrebbe continuare a contrapporre la conservazione dell’ambiente, realizzata attraverso i Parchi, allo sviluppo economico. I dati della nuova occupazione, la crescita dei flussi turistici e gli investimenti realizzati dai Parchi dimostrano già oggi che le Aree Protette sono uno dei migliori investimenti possibili, soprattutto per le zone interne e di montagna del nostro paese. A ben guardare poi nel futuro immediato le Aree Protette, soprattutto al Sud, avranno a disposizione delle opportunità straordinarie rappresentate dalle risorse dei Fondi Strutturali comunitari, dei Programmi Leader plus e dei Piani di Sviluppo Rurali.
Iniziativa nelle Regioni contro gli attacchi ai Parchi
Anche per questo risultano incomprensibili e anacronistiche, oltre che gravi e pericolose, le situazioni determinatesi in alcune Regioni, a cominciare dalla Liguria (ma che riguarda anche il Lazio e la Lombardia), in cui i Parchi sono oggetto di azioni tese a ridurne il territorio ed a svilirne il ruolo. A questo proposito Valbonesi annuncia una “campagna” di iniziative a livello regionale per sostenere le ragioni dei Parchi. Una azione che si baserà su tre elementi centrali: l’esperienza esemplare di APE , la riflessione sul decennale dell’entrata in vigore della Legge Quadro e le azioni per determinare, per promuovere lo sviluppo durevole.
Un “patto” per il rilancio dei Parchi nazionali
La prossima ricorrenza dell’approvazione della legge 394 del ’91 dovrà accompagnarsi con la riflessione sulla necessità di un rilancio in grande stile dei Parchi nazionali, da realizzarsi anche attraverso correzioni e miglioramenti del loro operato tra cui Valbonesi ha citato l’irrobustimento del peso e della funzione delle Comunità del Parco da una parte e il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei soggetti delle Comunità stesse dall’altra a cominciare dal finanziamento dei Piani di Sviluppo dei Parchi stessi . Miglioramenti che dovrebbero puntare a basare la necessaria revisione degli stessi Statuti dei Parchi su veri e propri “patti” tra Enti, istituzioni, soggetti sociali e culturali, in funzione del programma strategico da realizzare, sulla base delle condizioni peculiari proprie di ciascun Parco.
Il saluto del neoministro Matteoli
“La nuova gestione del Ministero sarà improntata a confermare e sviluppare una linea di massima attenzione sulle diverse problematiche dei Parchi. Prima di tutto sarà impegno del Ministro di accelerare l’istituzione dei Parchi nazionali in itinere e di verificare l’ipotesi di istituire altri Parchi nazionali, nel rispetto e con il consenso delle popolazioni interessate” Il Ministro Matteoli, attraverso l’intervento del Direttore Generale Cosentino, ha fatto pervenire all’Assemblea della Federparchi il proprio augurio di buon lavoro ed una sintesi dell’orientamento che intende seguire nei confronti delle Aree protette. Verso le quali, dice il Ministro, si manifesta una “sensibilità collettiva e non più solo degli addetti ai lavori. Le stesse popolazioni più direttamente interessate manifestano un crescente livello di accettazione delle regole che contraddistinguono le Aree medesime”. Uscire dalla situazione di precarietà, ricostituire, nel più breve tempo possibile, gli organi di gestione degli Enti che sono in regime provvisorio, adottare gli strumenti di pianificazione, ma soprattutto i piani di sviluppo socio-economico è, secondo Matteoli, “il primo indispensabile passaggio per dare risposte concrete alle esigenze del territorio e per valutare, insieme con le autonomie locali, correttivi, regole e criteri per la sua gestione”. In tale logica “sarà dato il massimo impulso a quei progetti di sistema, quale APE, che non intendono privilegiare questo o quel problema, ma che, in linea con i principi dell’Unione Europea, consentano ai territori protetti di assicurare alle popolazioni una opportunità economica” e sarà compito del Ministero “coinvolgere i vari attori istituzionali per pervenire ad una cooperazione centrata sui temi dello sviluppo duraturo.
Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali
segreteria.federparchi@mbox.queen.it
La “seconda fase” nella vita dei Parchi
Sono obiettivi per i quali la Federparchi si batte da tempo e per i quali manifesta la piena disponibilità a collaborare con il Ministero e le Regioni, nell’interesse dei propri associati e del ruolo fondamentale che i Parchi possono svolgere nella battaglia contro il degrado ambientale, un ruolo “che va ben al di là della protezione di qualche lembo di natura primigenia o di alcune specie a rischio di estinzione”.
Per questo l’associazione si augura che nei prossimi documenti di programmazione (a cominciare dalla prossima Legge Finanziaria) trovino spazio azioni e risorse per la protezione e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale. Se molto è stato fatto, in questi anni, anche dal Governo che ha appena lasciato, molto rimane da fare. E’ triplicata la superficie gestita a parco o a riserva; i Parchi hanno contribuito ad accrescere la sensibilità ambientale e sono divenuti una realtà vera, radicata; essi sono oggi soggetti che iniziano a produrre occupazione nuova e qualificata. Ma è necessario guardare avanti, alla “seconda fase” della loro missione, quella che li vuole protagonisti dello sviluppo durevole, animatori e promotori dell’ecosviluppo, della crescita dell’economia dei territori tutelati, a favore innanzitutto delle popolazioni residenti. Funzione strategica e attività concreta. La Federparchi invita tutti gli attori istituzionali ad essere artefici di questa nuova fase, indicandola come indispensabile da una parte e senza alternative dall’altra. Già oggi infatti, se si volessero conteggiare nei bilanci e nelle statistiche le risorse primarie (l’aria, l’acqua, il suolo) che vengono tutelate per il futuro, nessuno più potrebbe continuare a contrapporre la conservazione dell’ambiente, realizzata attraverso i Parchi, allo sviluppo economico. I dati della nuova occupazione, la crescita dei flussi turistici e gli investimenti realizzati dai Parchi dimostrano già oggi che le Aree Protette sono uno dei migliori investimenti possibili, soprattutto per le zone interne e di montagna del nostro paese. A ben guardare poi nel futuro immediato le Aree Protette, soprattutto al Sud, avranno a disposizione delle opportunità straordinarie rappresentate dalle risorse dei Fondi Strutturali comunitari, dei Programmi Leader plus e dei Piani di Sviluppo Rurali.
Iniziativa nelle Regioni contro gli attacchi ai Parchi
Anche per questo risultano incomprensibili e anacronistiche, oltre che gravi e pericolose, le situazioni determinatesi in alcune Regioni, a cominciare dalla Liguria (ma che riguarda anche il Lazio e la Lombardia), in cui i Parchi sono oggetto di azioni tese a ridurne il territorio ed a svilirne il ruolo. A questo proposito Valbonesi annuncia una “campagna” di iniziative a livello regionale per sostenere le ragioni dei Parchi. Una azione che si baserà su tre elementi centrali: l’esperienza esemplare di APE , la riflessione sul decennale dell’entrata in vigore della Legge Quadro e le azioni per determinare, per promuovere lo sviluppo durevole.
Un “patto” per il rilancio dei Parchi nazionali
La prossima ricorrenza dell’approvazione della legge 394 del ’91 dovrà accompagnarsi con la riflessione sulla necessità di un rilancio in grande stile dei Parchi nazionali, da realizzarsi anche attraverso correzioni e miglioramenti del loro operato tra cui Valbonesi ha citato l’irrobustimento del peso e della funzione delle Comunità del Parco da una parte e il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei soggetti delle Comunità stesse dall’altra a cominciare dal finanziamento dei Piani di Sviluppo dei Parchi stessi . Miglioramenti che dovrebbero puntare a basare la necessaria revisione degli stessi Statuti dei Parchi su veri e propri “patti” tra Enti, istituzioni, soggetti sociali e culturali, in funzione del programma strategico da realizzare, sulla base delle condizioni peculiari proprie di ciascun Parco.
Il saluto del neoministro Matteoli
“La nuova gestione del Ministero sarà improntata a confermare e sviluppare una linea di massima attenzione sulle diverse problematiche dei Parchi. Prima di tutto sarà impegno del Ministro di accelerare l’istituzione dei Parchi nazionali in itinere e di verificare l’ipotesi di istituire altri Parchi nazionali, nel rispetto e con il consenso delle popolazioni interessate” Il Ministro Matteoli, attraverso l’intervento del Direttore Generale Cosentino, ha fatto pervenire all’Assemblea della Federparchi il proprio augurio di buon lavoro ed una sintesi dell’orientamento che intende seguire nei confronti delle Aree protette. Verso le quali, dice il Ministro, si manifesta una “sensibilità collettiva e non più solo degli addetti ai lavori. Le stesse popolazioni più direttamente interessate manifestano un crescente livello di accettazione delle regole che contraddistinguono le Aree medesime”. Uscire dalla situazione di precarietà, ricostituire, nel più breve tempo possibile, gli organi di gestione degli Enti che sono in regime provvisorio, adottare gli strumenti di pianificazione, ma soprattutto i piani di sviluppo socio-economico è, secondo Matteoli, “il primo indispensabile passaggio per dare risposte concrete alle esigenze del territorio e per valutare, insieme con le autonomie locali, correttivi, regole e criteri per la sua gestione”. In tale logica “sarà dato il massimo impulso a quei progetti di sistema, quale APE, che non intendono privilegiare questo o quel problema, ma che, in linea con i principi dell’Unione Europea, consentano ai territori protetti di assicurare alle popolazioni una opportunità economica” e sarà compito del Ministero “coinvolgere i vari attori istituzionali per pervenire ad una cooperazione centrata sui temi dello sviluppo duraturo.
Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali
segreteria.federparchi@mbox.queen.it