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BALENE, DELFINI E FOCHE... PROBLEMI DI VISTA

Lo rivela il Max Planck Institute.

14 giugno 2001 - Per balene, delfini e foche l'oceano non è blu. La segnalazione viene dall’organizzazione internazionale per la protezione e la conservazione delle specie in pericolo di estinzione, attraverso il Max Planck Institute col quale mantiene contatti scientifici per tutto quello che concerne il mondo dei mammiferi marini.
Secondo l’istituto di ricerca, la maggior parte di questi esemplari gode di una buona vista a colori grazie a due tipi spettrali di coni fotorecettori: quelli blu e verdi. Dalla ricerca tedesco-svedese è emerso invece che le balene e le foche hanno solo coni verdi: tali fotorecettori consentono loro una visione acromatica nelle profondità marine a bassi livelli di luce. Questo significa che sono daltoniche e che hanno quindi difficoltà a distinguere contrasti e luminosità nella parte blu dello spettro visivo.
La perdita di coni blu nei mammiferi marini appare particolarmente enigmatica visto che nelle acque oceaniche la luce solare diventa sempre più blu con l’aumentare della profondità.
Lo studio degli del team di scienziati - Leo Peichl (MPI Francoforte), Gunther Behrmann (Brema), Ronald Kröger (Svezia), ha consentito di individuare questo sorprendente deficit in tutte le quattordici specie investigate (balene, delfini, leoni marini e foche).
Il più vicino parente terreste della balena è l'ippopotamo, le foche invece sono l’evoluzione di carnivori terrestri che, come gli ippopotami, hanno i coni blu. I mammiferi marini hanno probabilmente perso questi fotorecettori per adattarsi all’habitat in cui sono andati a vivere. Ci si chiede quale possa essere il beneficio di tale adeguamento visto che appare veramente necessario disporre dei i coni blu in un mondo sottomarino dove tale colore predomina e dove la maggior parte esseri che vi vive (i pesci) è dotato di tali organi.
L'ipotesi è che la perdita dei coni blu abbia avuto origine nella prima parte evolutiva, quando cioè gli antenati delle balene, dei delfini e delle foche di oggi cominciarono le loro vita marina, abitando inizialmente in acque costiere, poco profonde e che “contenevano poco blu”. Tale perdita di visione a colori sarebbe stata per loro un vantaggio poiché il processo di informazione visiva era reso più semplice e permetteva di indirizzare le capacità corticali verso lo sviluppo di altre capacità sensoriali. Molte balene hanno evoluto infatti la eco-locazione, mentre le foche utilizzano i loro sensibilissimi baffi (vibrisse) per localizzare le prede.
Per le specie rimaste in acque costiere la perdita evolutiva di coni blu può quindi essere un vantaggio, mentre per quelle che si sono avventurate nei mari profondi, il daltonismo può essere un handicap che complica l’azione di ricerca del cibo.

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