GALLINE CHE TESTA!
di Alessio Guerrini
14 giugno 2001 - Chi ha detto che le galline sono stupide? Retaggi popolari evidentemente: “Hai un cervello come una gallina” è oramai di uso comune, eppure, motivo per legare la testa di questo povero pennuto a quella di chi dovrebbe avere poco sale in zucca sembra piuttosto ingeneroso. Per le galline chiaramente.
C’è voluto un film di successo come “Galline in fuga”, uscito nelle sale qualche mese fa, a sorprendere tutti con “novità” che gli etologi in vero sanno da tempo: le galline sono tutt’altro che stupide. Sanno benissimo ciò di cui hanno bisogno per vivere bene. Sono molto curiose, hanno una buona memoria, imparano in fretta, riconoscono chi le accudisce e dà loro da mangiare. Nessuna favola o invenzione da paese delle meraviglie. Ma resoconti e test scientifici di Marian Stamp Dawkins, etologa, dell’Università di Oxford.
Da anni questa studiosa ne osserva e studia il comportamento e da tempo sperimenta sulle galline test di apprendimento, intelligenza, scelta. Messe davanti alla possibilità di scegliere tra gabbia e libertà, le galline hanno optato per l’aria aperta. Quando hanno dovuto “votare” tra una gabbia più larga e soffice (aveva erba sul piano) e una meno comoda (più stretta e con una lastra di metallo per pavimento) hanno scelto il comfort. E lo stesso hanno fatto quando potevano scegliere tra una gabbia nuda e una fornita da posatoi. Le prigioni, insomma, non piacciono a nessuno.
E la vita al sole, quella ruspante, per intenderci, com’è? Una vera e propria società, rigidamente classista, governata da un unico Re: il gallo. Una realtà con ruoli, compiti, gelosie, sentimenti di appartenenza e possesso del territorio. Molte galline e pochi galli, anzitutto.
Tra una beccata, una pigra passeggiata, qualche piccolo sbattimento di ali, se d’improvviso nel pollaio giunge un nuovo ospite, una gallina ad esempio, le residenti diventano immediatamente aggressive. Un povero pollo che nasce di rango inferiore, è destinato a rimaner tale e cedere il passo agli altri, di più alto “rango”. Esiste quindi una gerarchia chiara: Al di sotto dell’individuo dominante, il gallo, si classificano tutti gli altri, indipendentemente dal sesso, in ordine decrescente.
Insomma, in batteria o all’aria aperta la gallina è in grado di far girare, eccome, il proprio cervello. Un giro purtroppo breve che si conclude, sempre, in uno scomodissimo forno…
C’è voluto un film di successo come “Galline in fuga”, uscito nelle sale qualche mese fa, a sorprendere tutti con “novità” che gli etologi in vero sanno da tempo: le galline sono tutt’altro che stupide. Sanno benissimo ciò di cui hanno bisogno per vivere bene. Sono molto curiose, hanno una buona memoria, imparano in fretta, riconoscono chi le accudisce e dà loro da mangiare. Nessuna favola o invenzione da paese delle meraviglie. Ma resoconti e test scientifici di Marian Stamp Dawkins, etologa, dell’Università di Oxford.
Da anni questa studiosa ne osserva e studia il comportamento e da tempo sperimenta sulle galline test di apprendimento, intelligenza, scelta. Messe davanti alla possibilità di scegliere tra gabbia e libertà, le galline hanno optato per l’aria aperta. Quando hanno dovuto “votare” tra una gabbia più larga e soffice (aveva erba sul piano) e una meno comoda (più stretta e con una lastra di metallo per pavimento) hanno scelto il comfort. E lo stesso hanno fatto quando potevano scegliere tra una gabbia nuda e una fornita da posatoi. Le prigioni, insomma, non piacciono a nessuno.
E la vita al sole, quella ruspante, per intenderci, com’è? Una vera e propria società, rigidamente classista, governata da un unico Re: il gallo. Una realtà con ruoli, compiti, gelosie, sentimenti di appartenenza e possesso del territorio. Molte galline e pochi galli, anzitutto.
Tra una beccata, una pigra passeggiata, qualche piccolo sbattimento di ali, se d’improvviso nel pollaio giunge un nuovo ospite, una gallina ad esempio, le residenti diventano immediatamente aggressive. Un povero pollo che nasce di rango inferiore, è destinato a rimaner tale e cedere il passo agli altri, di più alto “rango”. Esiste quindi una gerarchia chiara: Al di sotto dell’individuo dominante, il gallo, si classificano tutti gli altri, indipendentemente dal sesso, in ordine decrescente.
Insomma, in batteria o all’aria aperta la gallina è in grado di far girare, eccome, il proprio cervello. Un giro purtroppo breve che si conclude, sempre, in uno scomodissimo forno…