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2 lug 01 - G. Felicetti
2 lug 01 - G. Felicetti
MORBIDO, MORBIDISSIMO… ILLEGALE
2 lug 01 - G. Felicetti
Nuova iniziativa internazionale
per salvare l’antilope tibetana.
2 luglio 2001 - Non si trovano esposti nelle vetrine di nessun negozio di quasi duecento Paesi al mondo, quelli che hanno sottoscritto come l’Italia la Convenzione di Washington a difesa delle specie in pericolo d’estinzione. Eppure sulle spalle di alcune migliaia di signore capeggia ancora il morbido, morbidissimo quanto illegale scialle “Shahtoosh” creato con la lana dell’antilope tibetana “Chiru” ormai sull’orlo della scomparsa nella regione tibetana Xinjiang ed in quella cinese dello Quinghai. Da diverse decine di milioni, questi animali sono ormai ridotti a meno di 75mila e vengono decimati a colpi di 20mila l’anno!
E’ per questo che l’”International Fund for Animal Welfare” www.ifaw.org in collaborazione con il “Wildlife Trust of India” ha lanciato una nuova campagna di informazione e denuncia, con presentazioni svoltesi contemporaneamente a Londra, Pechino e Nuova Delhi, dell’inchiesta svolta da cinque gruppi in otto mesi di lavoro in Cina, Nepal ed India.
Nonostante il divieto totale di uccisione e commercio dei suoi prodotti, l’antilope tibetana è per il suo alto costo ricercatissima dai cacciatori locali (piu’ di 100mila lire ad animale, il reddito medio pro capite annuo…) organizzati da organizzazioni criminali che rivendono il vello dell’animale (l’animale non può essere tosato e quindi ci si impossessa del suo pelo solo tramite l’uccisione) soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa, in particolare, in Italia ed in Francia.
“Stiamo ottenendo impegni concreti dai governi di Cina ed India per rendere efficaci i controlli - ha detto Fred O’Regan, presidente dell’IFAW - stiamo creando anche delle alternative economiche in quelle zone per togliere manodopera alla caccia all’antilope e soprattutto nelle regioni indiane di prima trasformazione, quelle del Kashmir e di Jammu”.
Intanto il primo aiuto alle antilopi che noi possiamo dare è denunciare venditori e acquirenti nel nostro Paese, segnalando ogni sospetto al Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato che svolge anche il fondamentale ruolo di controllo nelle importazioniwww.corpoforestale.it
E’ per questo che l’”International Fund for Animal Welfare” www.ifaw.org in collaborazione con il “Wildlife Trust of India” ha lanciato una nuova campagna di informazione e denuncia, con presentazioni svoltesi contemporaneamente a Londra, Pechino e Nuova Delhi, dell’inchiesta svolta da cinque gruppi in otto mesi di lavoro in Cina, Nepal ed India.
Nonostante il divieto totale di uccisione e commercio dei suoi prodotti, l’antilope tibetana è per il suo alto costo ricercatissima dai cacciatori locali (piu’ di 100mila lire ad animale, il reddito medio pro capite annuo…) organizzati da organizzazioni criminali che rivendono il vello dell’animale (l’animale non può essere tosato e quindi ci si impossessa del suo pelo solo tramite l’uccisione) soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa, in particolare, in Italia ed in Francia.
“Stiamo ottenendo impegni concreti dai governi di Cina ed India per rendere efficaci i controlli - ha detto Fred O’Regan, presidente dell’IFAW - stiamo creando anche delle alternative economiche in quelle zone per togliere manodopera alla caccia all’antilope e soprattutto nelle regioni indiane di prima trasformazione, quelle del Kashmir e di Jammu”.
Intanto il primo aiuto alle antilopi che noi possiamo dare è denunciare venditori e acquirenti nel nostro Paese, segnalando ogni sospetto al Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato che svolge anche il fondamentale ruolo di controllo nelle importazioniwww.corpoforestale.it