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1 giu 01 - A. Guerrini

ASINI: FELICI, RIPOSATI... QUASI ESTINTI
1 giu 01 - A. Guerrini

1 giugno 2001 - “Gli è morto l’asino”. Così si diceva un tempo nelle campagne italiane, per testimoniare l’accaduto di eventi nefasti. Erano i giorni in cui ogni singolo contadino aveva un miccio, vero e proprio status symbol nell’Italia del dopoguerra: lavoratore infaticabile, ingranaggio fondamentale nelle attività campagnole, motore biologico a qualunque tipo di lavoro. Ma l’improvviso quanto veloce processo di modernizzazione del terzo settore ha licenziato, naturalmente, l’asino, sostituito da trattori, zappe, e quant’altro di post-moderno. Un declassamento nella gerarchia che ha costretto il povero alla cassa integrazione. Una condizione di difficile mantenimento tanto da far progressivamente sparire il numero di razze presenti in Italia - da dodici a cinque - con problemi di mantenimento di queste ultime, enormi, se è vero che l’asino di Martina Franca, stimato in 200/300 esemplari è a forte rischio, così come l’asino bianco dell’Asinara che non supera il numero di settanta. Oggi in Italia è difficile riuscire a censire la cifra esatta degli esemplari ancora presenti. La maggior parte degli asini vive all’interno delle poche fattorie rimaste, insieme all’anziano contadino con cui si tiene compagnia. Perché insieme alla perdita del proprio status, il nostro amico a quattro zampe ha ridefinito col tempo anche il proprio ruolo: oggi è un animale da compagnia, molto affettuoso e fortemente emotivo. Poi c’è l’attività meritoria di chi dell’asino cerca, non solo di conservarne le razze, ma anche il riutilizzo a fini socialmente utili benché diversi dal passato. Eugenio Milonis, psicologo di Roma possiede e gestisce un allevamento di asinelli a Introdacqua (L’Aquila), due chilometri da Sulmona. Un luogo immerso nel verde all’interno del quale, oltre alle pratiche relative alla riproduzione, (l’asino sardo il piccolo nano, il miccio amiatino, una serie di meticci, l’asino bianco), si sviluppano una serie di iniziative di reinserimento dell’animale tra cui: 1 - La produzione di latte d’asina simile chimicamente al latte materno, di cui diventa surrogato laddove falliscono gli altri tipi di latte (capra, soia, polvere). 2 - Terapia a mezzo asino: l’organizzazione di gite scolastiche all’interno dell’allevamento. Lo scopo è quello di avvicinare i più giovani all’animale. Prima attraverso un contatto formale (qualche carezza), poi con la possibilità di cavalcare e addirittura fare ginnastica sulla groppa dell’asino. 3 - Trekking, passeggiate in montagna con gli asinelli. Insomma, l’asino, anche lui colpito dalla disoccupazione tecnologica, lentamente ma con tenacia, cerca di ricostruirsi una vita in questa nuova rutilante realtà, alla quale il tempo sembra non averlo abituato.

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