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1 giu 01 - M. D'Amico
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SOUVENIR... MALEDETTO SOUVENIR
1 giu 01 - M. D'Amico
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1 giugno 2001 - Coralli, conchiglie, avorio, borsette, scarpe, cinture e portafogli. In una sola parola: souvenir. Il turista che si affanna tra una bancarella e l'altra in cerca del "ricordino" da mettere in valigia per la mamma o il fidanzato, l'amica o il fratello perché proprio non è il caso di tornare "a mani vuote" da un'isola caraibica o da un safari in Africa. Quante scene del genere si vedono nei bazar di tutto il mondo, affollati di turisti sudati e speranzosi di fare l'affare, pronti a tirare sul prezzo ma anche ad acquistare di tutto pur di non restare a bocca asciutta. Ma il pericolo è in agguato. Per noi turisti, sotto forma di pesanti sanzioni pecuniarie e non, ma soprattutto per quegli animali indifesi e quelle povere piante che sono state impunemente danneggiate per creare quel souvenir che tanto ci preme avere. Il fenomeno esiste da sempre ma fortunatamente, da 25 anni, c’è anche un accordo internazionale che tutela le specie animali e vegetali in pericolo e a rischio, denominato Cites. Di questa convenzione fa parte anche l'Italia e per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande al Dr. Ugo Mereu, primo dirigente del Corpo Forestale dello Stato e responsabile del Servizio Cites in Italia. Innanzitutto, quando e soprattutto perché si è sentito il bisogno di creare la CITES? La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, denominata in sigla Cites e conosciuta anche come "Convenzione di Washington", è attiva dal 1975, in Italia è entrata in vigore nel 1979, e attualmente è applicata da oltre 150 Stati nel mondo. Questo organismo internazionale mira a garantire un equilibrato sfruttamento delle risorse naturali nel rispetto della conservazione ambientale e punta ad un controllo accurato sul commercio degli animali e delle piante selvatiche. Su cosa si fonda il sistema dei controlli? Si fonda sull'accertamento della situazione biologica delle specie animali e vegetali che è divisa in tre categorie. Nell'appendice I sono iscritte le specie gravemente danneggiate di estinzione per le quali è rigorosamente vietato il commercio. Nell'appendice II sono state inserite le specie il cui commercio è regolamentato in modo da evitare lo sfruttamento incompatibile con la loro sopravvivenza. L'appendice III ospita le specie protette dai singoli Stati per regolamentare le esportazioni dai loro territori. Ogni singolo Stato è tenuto ad autorizzare, rilasciando permessi e certificati, l'esportazione, la riesportazione e l'ingresso nel proprio territorio degli esemplari o dei loro prodotti derivati delle specie iscritte nell'elenco della Convenzione. A tutt'oggi quante e quali sono le specie minacciate e quindi seriamente in pericolo e quali invece quelle soggette a controllo da parte vostra? Le specie minacciate a tutt'oggi sono circa 1.000. Sono iscritte nell'Appendice I della Convenzione e tra queste ci sono il panda, gli elefanti, molte specie di pappagalli (soprattutto le Are e le Amazzoni), le tartarughe marine, le orchidee ed i cactus selvatici, alcuni orsi, i rinoceronti, i mammiferi marini, tutte le scimmie antropomorfe (oranghi, scimpanzè e gorilla), i lemuri, alcune scimmie sudafricane, il lupo indiano, le lontre, i giaguari, le tigri, l'ocelot, qualche zebra, la vigogna, alcuni cervi, le volpi volanti, lo struzzo nordafricano, alcune specie di fenicotteri, i rapaci diurni e notturni, alcune testuggini di terra, alcune specie di alligatori e coccodrilli, alcuni varani asiatici, le salamandre giganti, il pitone indiano, la vipera degli Orsini, lo storione comune, certe conchiglie, alcune farfalle (papilionidi), alcune specie di aloe. Le specie iscritte all'Appendice II e III sono invece oltre 10mila ed il loro commercio deve essere compatibile con la sopravvivenza della specie in natura. Tra queste ci sono tutte le specie che non risultano iscritte nell'appendice I di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi ed antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, coccodrilli, gechi, camaleonti, iguane, cordilidi, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie Ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne. Coralli madreporari, a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas euforbie, aloe, orchidee e ciclamini. Quanti sono gli uffici e gli addetti della Cites in Italia? Abbiamo quaranta uffici sul territorio nazionale ed un esercito di oltre 200 addetti che, dal 1994 al 2000, hanno effettuato quasi 15 milioni di controlli ed oltre 77mila sequestri di specie animali e vegetali protetti dalla Convenzione di Washington. Diciotto sono i Nuclei Operativi Doganali che svolgono l'attività di controllo ed accertamento merceologico sulle importazioni e sulle riesportazioni di esemplari e prodotti derivati da specie animali e vegetali. A questi si affiancano altri 22 uffici nei quali operano gli addetti dei Servizi Cites Territoriali i quali si occupano di tutto ciò che concerne certificazioni ed autorizzazioni inerenti l'importazione e l'esportazione dei prodotti interessati dalla Convenzione con una mole di lavoro che si aggira attorno alle 30mila certificazioni l'anno. Il personale addetto a questi controlli, sia sugli esemplari rinvenuti che sulle certificazioni, è altamente specializzato visto che le organizzazioni criminali con il passare degli anni si ingegnano sempre più nel cercare di non farsi cogliere con le mani nel sacco nel corso dei controlli. Il gruppo Cites italiano opera in stretta collaborazione con i 150 Stati nei quali è operativa la Convenzione, con l'Onu, l'organizzazione mondiale delle dogane, l'Interpool e con la Commissione Europea con la quale dal 1997 ha adottato un piano di lavoro congiunto. Ci può dare qualche altra cifra su vostro lavoro dello scorso anno e qualche ragguaglio sui progetti per il 2001? Tornando ai numeri della Cites italiana è importante sottolineare che dei 15 milioni di controlli effettuati dal 1994 al 2000, il 30% riguarda animali vivi, poi ci sono il pellame (28%), i derivati (22%), le piante (12%), il legname (4%) ed ancora, animali morti, invertebrati, uova ecc. in misura del 4 per cento. In virtù di tali controlli, sempre nello stesso periodo sono stati sequestrati, come detto, oltre 77 mila esemplari di cui un 35% di animali vivi, 29% di derivati, 22% di animali morti, invertebrati e uova, 9% di pellame e 5% di piante. Per l'anno in corso la Cites italiana sta intensificando i propri controlli sul traffico di polvere di ossa di tigre, corni di rinoceronti, cistifellee di orsi e tutti altri prodotti di questo genere che vengono utilizzati in modo sempre più evidente al posto della medicina tradizionale dalle comunità extracomunitarie residenti nell'Unione Europea. (...).
1 giugno 2001 - Coralli, conchiglie, avorio, borsette, scarpe, cinture e portafogli. In una sola parola: souvenir. Il turista che si affanna tra una bancarella e l'altra in cerca del "ricordino" da mettere in valigia per la mamma o il fidanzato, l'amica o il fratello perché proprio non è il caso di tornare "a mani vuote" da un'isola caraibica o da un safari in Africa. Quante scene del genere si vedono nei bazar di tutto il mondo, affollati di turisti sudati e speranzosi di fare l'affare, pronti a tirare sul prezzo ma anche ad acquistare di tutto pur di non restare a bocca asciutta. Ma il pericolo è in agguato. Per noi turisti, sotto forma di pesanti sanzioni pecuniarie e non, ma soprattutto per quegli animali indifesi e quelle povere piante che sono state impunemente danneggiate per creare quel souvenir che tanto ci preme avere. Il fenomeno esiste da sempre ma fortunatamente, da 25 anni, c’è anche un accordo internazionale che tutela le specie animali e vegetali in pericolo e a rischio, denominato Cites. Di questa convenzione fa parte anche l'Italia e per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande al Dr. Ugo Mereu, primo dirigente del Corpo Forestale dello Stato e responsabile del Servizio Cites in Italia. Innanzitutto, quando e soprattutto perché si è sentito il bisogno di creare la CITES? La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, denominata in sigla Cites e conosciuta anche come "Convenzione di Washington", è attiva dal 1975, in Italia è entrata in vigore nel 1979, e attualmente è applicata da oltre 150 Stati nel mondo. Questo organismo internazionale mira a garantire un equilibrato sfruttamento delle risorse naturali nel rispetto della conservazione ambientale e punta ad un controllo accurato sul commercio degli animali e delle piante selvatiche. Su cosa si fonda il sistema dei controlli? Si fonda sull'accertamento della situazione biologica delle specie animali e vegetali che è divisa in tre categorie. Nell'appendice I sono iscritte le specie gravemente danneggiate di estinzione per le quali è rigorosamente vietato il commercio. Nell'appendice II sono state inserite le specie il cui commercio è regolamentato in modo da evitare lo sfruttamento incompatibile con la loro sopravvivenza. L'appendice III ospita le specie protette dai singoli Stati per regolamentare le esportazioni dai loro territori. Ogni singolo Stato è tenuto ad autorizzare, rilasciando permessi e certificati, l'esportazione, la riesportazione e l'ingresso nel proprio territorio degli esemplari o dei loro prodotti derivati delle specie iscritte nell'elenco della Convenzione. A tutt'oggi quante e quali sono le specie minacciate e quindi seriamente in pericolo e quali invece quelle soggette a controllo da parte vostra? Le specie minacciate a tutt'oggi sono circa 1.000. Sono iscritte nell'Appendice I della Convenzione e tra queste ci sono il panda, gli elefanti, molte specie di pappagalli (soprattutto le Are e le Amazzoni), le tartarughe marine, le orchidee ed i cactus selvatici, alcuni orsi, i rinoceronti, i mammiferi marini, tutte le scimmie antropomorfe (oranghi, scimpanzè e gorilla), i lemuri, alcune scimmie sudafricane, il lupo indiano, le lontre, i giaguari, le tigri, l'ocelot, qualche zebra, la vigogna, alcuni cervi, le volpi volanti, lo struzzo nordafricano, alcune specie di fenicotteri, i rapaci diurni e notturni, alcune testuggini di terra, alcune specie di alligatori e coccodrilli, alcuni varani asiatici, le salamandre giganti, il pitone indiano, la vipera degli Orsini, lo storione comune, certe conchiglie, alcune farfalle (papilionidi), alcune specie di aloe. Le specie iscritte all'Appendice II e III sono invece oltre 10mila ed il loro commercio deve essere compatibile con la sopravvivenza della specie in natura. Tra queste ci sono tutte le specie che non risultano iscritte nell'appendice I di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi ed antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, coccodrilli, gechi, camaleonti, iguane, cordilidi, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie Ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne. Coralli madreporari, a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas euforbie, aloe, orchidee e ciclamini. Quanti sono gli uffici e gli addetti della Cites in Italia? Abbiamo quaranta uffici sul territorio nazionale ed un esercito di oltre 200 addetti che, dal 1994 al 2000, hanno effettuato quasi 15 milioni di controlli ed oltre 77mila sequestri di specie animali e vegetali protetti dalla Convenzione di Washington. Diciotto sono i Nuclei Operativi Doganali che svolgono l'attività di controllo ed accertamento merceologico sulle importazioni e sulle riesportazioni di esemplari e prodotti derivati da specie animali e vegetali. A questi si affiancano altri 22 uffici nei quali operano gli addetti dei Servizi Cites Territoriali i quali si occupano di tutto ciò che concerne certificazioni ed autorizzazioni inerenti l'importazione e l'esportazione dei prodotti interessati dalla Convenzione con una mole di lavoro che si aggira attorno alle 30mila certificazioni l'anno. Il personale addetto a questi controlli, sia sugli esemplari rinvenuti che sulle certificazioni, è altamente specializzato visto che le organizzazioni criminali con il passare degli anni si ingegnano sempre più nel cercare di non farsi cogliere con le mani nel sacco nel corso dei controlli. Il gruppo Cites italiano opera in stretta collaborazione con i 150 Stati nei quali è operativa la Convenzione, con l'Onu, l'organizzazione mondiale delle dogane, l'Interpool e con la Commissione Europea con la quale dal 1997 ha adottato un piano di lavoro congiunto. Ci può dare qualche altra cifra su vostro lavoro dello scorso anno e qualche ragguaglio sui progetti per il 2001? Tornando ai numeri della Cites italiana è importante sottolineare che dei 15 milioni di controlli effettuati dal 1994 al 2000, il 30% riguarda animali vivi, poi ci sono il pellame (28%), i derivati (22%), le piante (12%), il legname (4%) ed ancora, animali morti, invertebrati, uova ecc. in misura del 4 per cento. In virtù di tali controlli, sempre nello stesso periodo sono stati sequestrati, come detto, oltre 77 mila esemplari di cui un 35% di animali vivi, 29% di derivati, 22% di animali morti, invertebrati e uova, 9% di pellame e 5% di piante. Per l'anno in corso la Cites italiana sta intensificando i propri controlli sul traffico di polvere di ossa di tigre, corni di rinoceronti, cistifellee di orsi e tutti altri prodotti di questo genere che vengono utilizzati in modo sempre più evidente al posto della medicina tradizionale dalle comunità extracomunitarie residenti nell'Unione Europea. (...).