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8 giu 01 - A. Guerrini

FOCHE... 14 GIORNI PER MORIRE GIA' ADULTE
8 giu 01 - A. Guerrini

Le risposte del governo canadese.

8 giugno 2001 - In molti credevano, o forse semplicemente, speravano che il massacro delle foche di Groenlandia, in Canada, fosse terminato. Uno sterminio che passava soprattutto attraverso la barbara e volgare uccisione dei cuccioli dalla pelliccia bianca, cancellati a colpi di bastone davanti a madri inermi e atterrite. Successivamente alla divulgazione di fotografie scioccanti, testimoni di questa pratica, e il conseguente divieto di importare pellicce applicato da molti Stati e dall’Unione europea, il governo canadese aveva deciso di sospendere, in un primo momento, quindi vietare “definitivamente”, quest’attività. Per sostituire i proventi della caccia il governo locale ha, quindi, puntato molto sul turismo naturalistico. Una volontà, comunque, di carta, se è vero che, ancor oggi, gli adulti possono essere cacciati, seppur in numero strettamente controllato, e, nemmeno troppo velato, c’è lo sviluppo di un progetto, dietro la carta patinata dell’ufficialità, che si manifesta cupo all’orizzonte e di cui ci apprestiamo a rendere nota: Il numero rigidamente controllato (275.000 è la quota raggiunta quest’anno) conta anche i cosiddetti esemplari “giovani”. La chiave è capire cosa, il governo canadese, intende per “giovani”: appena nate, le foche hanno un pelo candido che muta di colore dopo 14 giorni di vita, trasformandosi in un grigio più adulto, corto e ispido. Questo è il limite temporale, che coincide appunto con la muta del pelo, termine dopo il quale le foche sono considerate a tutti gli effetti adulte, quindi cacciabili. Viene da chiedersi, a questo punto, quale sia la differenza con il passato. Certamente nella limitazione del numero di capi sottoposti a caccia e, altrettanto certamente la caccia dopo la muta limita lo sfruttamento a scopi poco edificanti come il prelievo della sola pelliccia, o la vendita in oriente del pene di foca. Ma ciò che sconvolge è l’arbitrio di considerare adulti, cuccioli di 14 giorni appena e sulla loro pelle sviluppare un doppio profitto: il turismo e il commercio. Il primo che si nutre, tra l’altro, sull’inganno di chi, turista, convinto di assistere ad uno spettacolo di vita, è nascosto alle pratiche barbare sui piccoli. Né l’IFAW, né altre associazioni ambientaliste, né la stessa Brigitte Bardot che tanto ha lottato per far cessare la strage di questi animali innocenti, hanno illustrato in modo sufficientemente chiaro questo problema. E non è certo difficile giungere a conoscenza di attività simili, limpide, tra le righe, all’interno del centro di documentazione sulla foca delle isole Maddalena: illustrazioni e fotografie di cuccioli di foca e spiegazioni sulla giustezza della sospensione della caccia ai “blanchons”. Una buona azione accompagnata, comunque, dalla pratica di continuare a uccidere gli “adulti”, necessaria e quanto mai “buona”.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la risposta dell'ambasciata canadese in Roma, in riferimento a quanto scritto e sollecitato da animalieanimali.it sull'argomento.
Il Governo Canadese è impegnato nella gestione responsabile e sostenibile di tutte le creature che vivono negli oceani. Questo impegno implica che, in base a principi internazionalmente riconosciuti sulla gestione delle risorse naturali, i pesci, le foche e le altre risorse marine sono raccolte per fornire impiego e cibo ai consumatori in tutto il mondo.
Le foche sono state cacciate per centinaia di anni nella costa orientale canadese a scopi commerciali. La caccia fornisce importanti introiti aggiuntivi e cibo ai residenti delle piccole comunità costiere dove le opportunità di impiego sono limitate. La pelle e la carne di foca, inoltre, costituiscono una fonte vitale di reddito e di cibo per i cacciatori aborigeni.
La caccia alle foche è condotta con criteri ben precisi e lo stato di salute della popolazione di foche non ne è in alcun modo minacciato. Non vi sono ragioni di conservazione per interrompere la caccia o l'uso abbondante che la gente fa delle risorse di foca. La caccia è strettamente controllata e regolata. Le infrazioni vengono trattate severamente e coloro che violano le regole sono perseguiti ai massimi limiti della legge, così come dimostrano le circa 200 accuse che sono state imputate a partire dal 1996. La caccia ai cuccioli è contraria alla politica del governo . Ogni anno l'entità del raccolto è basata su un programma che viene sviluppato dopo esaurienti analisi scientifiche e fondato sui principi di sostenibilità e conservazione.

Uleriori considerazioni
Il governo canadese ammette con sorprendente franchezza, di proseguire quell'attività che qualche migliaio di chilometri più a ovest passa forse come "gestione responsabile e sostenibile di tutte le creature che vivono negli oceani", ma qui da noi, più prosaicamente, si fa chiamare caccia. Ora, al di là del rispetto per la vita di questi animali, "consumati" in tutte le loro parti del corpo ("La pelle e la carne di foca, inoltre, costituiscono una fonte vitale di reddito e di cibo per i cacciatori aborigeni"), manca con altrettanto stupore una risposta precisa alla questione sollevata nell'articolo: ovvero lo sterminio di quelli che qui, vuoi perché "mammoni", definiamo ancora cuccioli, quando dall'altra parte dell'oceano, e forse del mondo, 14 giorni sembra bastino per essere considerati adulti, quindi maggiorenni e svezzati allo sterminio.

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