Dal 1970 il numero di animali è diminuito del 60%

Il Wwf lancia un grido d'allarme: il numero degli animali si è notevolmente ridotto in meno di cinquant'anni, e la colpa è dell'uomo. È a causa di inquinamento, cementificazione, modifiche dell'ambiente naturale, se il numero di vertebrati è diminuito del 60% tra il 1970 e il 2014.
Il dato è emerso dal rapporto sulla biodiversità che l’associazione ambientalista stila ogni anno, il “Living Planet Report 2018”, nato dallo studio di 50 esperti in collaborazione con la Zoological Society of London, su 16.704 popolazioni di oltre 4.000 specie animali.
Oltre al disastroso dato sugli animali, il report aggiunge che il consumo da parte dell’uomo delle risorse naturali è cresciuto ormai del 190% e che meno del 25% della superficie terrestre è ancora in condizioni naturali. Ma le previsioni dicono che se non si interviene in tempo questa quota potrebbe ridursi al 10%.
Per invertire la tendenza il Wwf chiede che si trovi un "Global Deal", un accordo globale per la natura, sul modello dell’accordo sul clima di Parigi.
Riusciranno le nazioni a trovare una soluzione prima che la situazione diventi più grave di quanto già non sia? Difficile da dire, visto che uno dei Paesi più importanti del mondo, gli Stati Uniti, sono guidati da un Presidente, Donald Trump, che nel 2017 è uscito dagli Accordi di Parigi, il patto firmato da 195 nazioni che ha come obiettivo quello di tagliare drasticamente il livello delle emissioni inquinanti.
Per non parlare dell’appena eletto Jair Bolsonaro, Presidente di quello che viene considerato il “polmone verde del mondo”, il Brasile. Bolsonaro già in campagna elettorale ha dichiarato che gli Accordi di Parigi sono “pessimi” e che vorrebbe tornare a riservare altre aree boschive all’allevamento e alle coltivazioni. Proprio nel Paese dove sorge il 65% della Foresta Amazzonica, quella che in 50 anni, dice il report del Wwf, è scomparsa del 25 %.